Nell’edizione serale di “Striscia la Notizia” Chiara Squaglia ha realizzato un servizio sulle difficoltà dei commercianti, tra le categorie di lavoratori maggiormente colpiti dalla crisi economica generata dall’emergenza coronavirus. L’inviata di “Striscia” ha sottolineato nel suo servizio che tra le spese che preoccupano maggiormente i commercianti, che devono far fronte ad affitti e bollette nonostante i mancati incassi, ci sono i pagamenti della merce e dei fornitori. Gran parte dei negozi acquistano la merce dal grossista, lasciando dei titoli di credito come “pagherò”, che hanno valore legale. Tra i 30 e i 60 giorni i commercianti vendono la merce e hanno dunque la liquidità per pagare i grossisti. A causa della pandemia molti negozianti non hanno incassato nulla e non possono onorare i titoli di credito, subendo il protesto dalla banca, chiesto dal grossista. Non potendo più avere prestiti ed emettere assegni, per il commerciante lavorare sarà praticamente impossibile.
COMMERCIANTI IN CRISI, LE TESTIMONIANZE
Nel servizio di Striscia la Notizia viene interpellata una commerciante, Monia Petreni, che racconta di aver lasciato titoli di credito per la collezione primavera-estate di abbigliamento, che potrà vendere solo alla riapertura il 18 maggio. E’ impensabile, spiega Monia, rispettare gli accordi presi: la richiesta al Governo è quella di una tutela e di una moratoria sui protesti, ne basta uno per rovinare un commerciante. Entrare nel casellario dei protesti e nell’elenco dei cattivi pagatori per le banche significa non lavorare più, con la conseguente chiusura delle attività. Viene chiesta la revoca dei pagamenti da marzo in poi richiesti nei libri dei protesti, per l’impossibilità di pagare le merci ordinate. In Senato una petizione ha richiesto la non iscrizione nel casellario dei protesti dei titoli di credito non pagati durante il periodo emergenziale. Una situazione che può essere risolta solo con un intervento tempestivo delle istituzioni, col presidente del consiglio Conte che proprio in questi giorni ha avanzato le prime ipotesi per far fronte alla crisi di liquidità dovuta alla pandemia.