Si verifica un caso ogni seimila, ma il numero è più alto perché difficilmente un bambino colpito da Trisomia 18 o sindrome di Edwards nasce vivo. A sopravvivere in numero maggiore sono le femmine. Si tratta di una malattia genetica caratterizzata dalla presenza di un cromosoma 18 in più rispetto alla norma che ne prevede due. Il rischio cresce con l’età della donna, di solito l’età media per concepire un bimbo con questo disturbo è quella dei 32 anni. La sindrome provoca malformazioni varie in quasi tutti gli organi come difetti cardiaci strutturali, ritardo mentale, intestino, difficoltà di alimentazione, difficoltà respiratorie. La durata media di vita è da un minimo di 5 giorni un massimo di 15. Tale sindrome è quanto i medici avevano detto avesse il bambino che aspettava una madre irlandese. A quel punto i genitori decisero per l’aborto alla 15esima settimana. Ed è qui, negli esami post mortem, che è si è scoperto che la diagnosi effettuata era del tutto sbagliata: il bambino abortito era perfettamente normale, nessuna sindrome come ha confermato un successivo esame di medici inglesi richiesto dai genitori.
NESSUN TEST PRE NATALE E’ PERFETTO
Il ministero della salute ha aperto una indagine nei confronti del National Maternity Hospital di Dublino, il più grande centro sanitario per la maternità in Irlanda. Tutto questo è accaduto a circa un anno dall’approvazione della legge sull’aborto, che permette l’interruzione della gravidanza fino alla 12esima settimana di vita del nascituro se si ritiene che il bambino sia un rischio per la vita o la “salute” della madre, e a qualsiasi età, se il bambino è a rischio di avere una “anomalia fetale fatale”, questo secondo caso è stato quello che ha portato la coppia ad abortire. Le anomalie fatali dei bambini pre-nati non vengono diagnosticate fino alla 20esima settimana di gestazione, di solito, quando una donna incinta si sottopone a una scansione per rilevare anomalie. La coppia in questione è andata avanti con l’aborto durante il secondo trimestre di gravidanza. Ellis Mulroy della campagna Pro-Life Ireland ha dichiarato a Spirit Radio News: “Questo è un caso tragico per il bambino e i suoi genitori. Nessun test è perfetto. A volte i dottori sbagliano. In questo caso, ha provocato una catastrofe per il bambino. Ma non dimentichiamo che questo problema non riguarda il fatto che il bambino abbia una disabilità o una condizione pericolosa per la vita. Ogni bambino merita la vita”.