Più della pandemia Covid e delle guerre in corso in diverse zone del pianeta, c’è un pericolo estinzione ed è rappresentato dalla ricerca sui batteri specchio. Per questo 38 scienziati di fama mondiale si sono uniti per realizzare un documento con cui chiedono di bloccare questo studio che si occupa di sviluppare microbi a vita speculare.
Il gruppo internazionale, che comprende premi Nobel ed esperti, avverte che i batteri specchio, realizzati partendo da immagini speculari di molecole che sono presenti in natura, potrebbero riuscire a insediarsi nell’ambiente e ad aggirare le difese immunitarie degli organismi naturali, mettendo a rischio la vita non solo di piante e animali, ma anche degli esseri umani, con infezioni letali.
Anche se per realizzare batteri specchio fattibili potrebbe servire almeno un decennio, la valutazione dei rischi effettuata ha sollevato timori così grandi che gli scienziati ora vogliono che il lavoro venga fermato e chiedono ai finanziatori di non sostenere più tale ricerca.
IL RISCHIO DI INFEZIONI LETALI
Il lavoro è affascinante per le possibili applicazioni, infatti i batteri specchio potrebbero essere usati in per curare malattie croniche e difficili da trattare. Ma i timori su questa tecnologia sono contenuti in un rapporto di 299 pagine e in un commento pubblicato sulla rivista Science: pur esprimendo entusiasmo per la ricerca, il rapporto evidenzia rischi sostanziali e chiede un dibattito globale sul lavoro.
Oltre al rischio di causare infezioni letali, gli scienziati dubitano che i batteri specchio possano essere conservati in maniera sicura o tenuti sotto controllo dai predatori naturali, ed è improbabile che gli antibiotici in circolazione siano efficaci.
Nel documento pubblicato da Science si riporta in maniera inequivocabile che i batteri specchio “non dovrebbero essere creati“, anche se dovessero essere sviluppate misure di biocontenimento, a meno che non vengano individuate prove convincenti che non comportino rischi gravi.
Per il premio Nobel per la chimica 2019 Jack Szostak, “il risultato potrebbe essere un danno catastrofico e irreversibile, forse molto peggiore di qualsiasi sfida che abbiamo incontrato in precedenza“.
LA RETROMARCIA DI ADAMALA
La stessa biologa Kate Adamala dell’Università del Minnesota, coautrice del rapporto, stava lavorando alla creazione di una cellula specchio, ma l’anno scorso ha cambiato idea dopo aver studiato dettagliatamente i rischi. “Non dovremmo creare batteri specchio. Abbiamo tempo per discutere. Ed è quello che abbiamo cercato di fare con questo documento, avviare una conversazione globale“, ha dichiarato.
La ricerca in questione è cominciata nel 2018 con la consapevolezza di poter realizzare “un’impresa ingegneristica incredibilmente impressionante“, poi però i ricercatori hanno cambiato idea. In caso di infezione, si andrebbe incontro a una immunocompromissione, perché il sistema immunitario del soggetto infettato “avrebbe grandi difficoltà a rilevare o uccidere le cellule in questione. Di conseguenza, i batteri specchio potrebbero ipoteticamente replicarsi a livelli estremamente elevati nel corpo umano, causando condizioni simili allo shock settico“.
A loro volta, i batteri specchio potrebbero diffondersi, infettare e causare infezioni fatali, con una replicazione inarrestabile che potrebbe causare conseguenze disastrose. “Il modo migliore per garantire che i biologi sintetici continuino a sviluppare innovazioni è assicurarsi che non mettano a repentaglio la sicurezza globale, non danneggino la fiducia del pubblico e non facciano sì che la scienza provochi danni enormi. La curiosità non è una ragione sufficiente per creare qualcosa che potrebbe essere così pericoloso. Per il bene non solo dell’umanità, ma anche della scienza stessa, bisogna fermare la creazione di batteri specchio“, ha concluso.