I laburisti UK approvano emendamento che rende l'aborto di fatto senza limiti in Regno Unito fino alla nascita: cosa cambia e quali problemi apre
IN REGNO UNITO L’ABORTO POTRA È ESSERE COMPIUTO DALLE DONNE FINO ALLA NASCITA (MA RESTA REATO PER I MEDICI): COS’È SUCCESSO IN PARLAMENTO
Un emendamento choc presentato da una deputata laburista di origine italiane (Tonia Antoniazzi) rischia di rivoluzionare il principio dell’aborto in Regno Unito, con un “messaggio” inquietante in “eredità” a tutte le legislazioni europee e occidentali: se la legge composita su criminalità, polizia e novità sui reati legali all’interruzione di gravidanza dovesse passare in entrambi i rami del Parlamento UK, a breve in Inghilterra e Galles le donne non saranno più perseguibili penalmente se abortiscono anche dopo il limite di legge fissato a 24 settimane del feto.
L’emendamento di Antoniazzi sulla depenalizzazione dell’aborto è passato alla Camera dei Comuni con la spinta dei laburisti (379 Sì e soli 137 No), andando a modificare l’Abortion Act del 1967 che regolava l’interruzione di gravidanza entro la 24esima settimana, sentito il parere di due medici. Se già in Regno Unito era possibile derogare a tale limite in caso periodo grave per la salute del feto o della donna, d’ora in poi le madri potranno comunque procedere con aborto farmacologico anche dopo i limiti di legge senza per questo essere perseguibili.
Manca ora il voto delle commissioni e poi della Camera dei Lord, ma il consenso in mano alla sinistra laburista è tale sui temi “etici” che difficilmente verrà stoppato l’emendamento in un secondo momento: resta il reato per i medici, gli operatori sanitari e chiunque abbia un ruolo sostanzialmente “attivo” nella gravidanza interrotta, ma non per le donne madri. «La legge che abbiamo è retrograda e risale all’età vittoriana», lamenta Antoniazzi alla BBC esultando per il via libera dei deputati inglesi.
L’EMENDAMENTO ALLA LEGGE CHE APRE UN PROBLEMA ETICO NON DA POCO
I casi di Nicola Parker (arrestata per non essersi accorta di aver abortito dopo 26 settimane, pensava di essere solo alla decima) e di altre donne divenute molto famose in Inghilterra per i limiti emersi sulla legislazione dell’aborto in UK, hanno “spinto” l’opinione pubblica ad accettare un emendamento che nei fatti rende teoricamente possibile l’aborto sempre e comunque fino alla nascita.
Con la legge aggiornata si avrebbe la depenalizzazione (solo per le donne) con carcere evitato in casi di aborto dopo le 24 settimane: se è vero che i dati dal Regno Unito parlano di un 1% di casi di aborti all’anno che verrebbero interessati da questo emendamento, è anche possibile che con un limite tolto come questo si potrebbe andare verso una cultura e una pratica che veda nell’interruzione di gravidanza qualcosa di più “facile”.
Il tema, lo si capirà, è estremamente delicato ed ogni evento di aborto resta un dramma tanto per il feto quanto per la madre che si vede costretta ad arrivare ad una scelta del genere: resta però un problema non da poco il fatto di permettere una depenalizzazione, non tanto per la questione in sé ma per le conseguenze dirette della piccola vita che verrebbe meno tutelata con questa legge.
Davanti ai tanti pro-choice che esultano per il passo avanti della legislazione UK, non la pensano per nulla nello stesso modo le tante associazioni pro-life, su tutte la Society for the Protection of Unborn Children nata anni fa in Inghilterra: la decisione dei laburisti, denuncia l’ente, «permette alle donne di abortire fino all’ultimo momento, è orrendo». Pur non presente in Aula in quanto impegnato nel G7 in Canada, il Premier Keir Starmer ha dato pieno assenso all’iniziativa della sua deputata: «sostegno l’aborto libero, sicuro e legale». Ecco, da domani in UK l’aborto sarà anche senza limiti, almeno per quanto riguarda le donne.