L’Africa negli ultimi anni sembra essere colpita da una sorta di epidemia di colpi di stato, che stanno minando nel profondo il (flebile) equilibrio che la Francia riuscì ad istituire in anni di quello definito, innanzitutto dagli africani, neocolonialismo. Così, in appena 4 anni sono crollate 10 “democrazie” elette dal popolo, sempre sotto i colpi di uno zelante generale militare che, raccogliendo le istanza della popolazione, rovescia assieme all’esercito il potere costituito.
Solo recentemente in Africa, per esempio, è crollato l’impero del Gabon, in cui era presidente il malato (e discusso) Ali Bongo, per semplice volere ereditario. Poco più in là, a luglio, invece è caduto l’impero del Niger, dove è stato deposto il presidente “democraticamente eletto” Mohamed Bazoum. Eppure, in quasi tutti e 10 i colpi di stato sembrano esserci un paio di costanti: da un lato, infatti, vengono presi di mira gli ex imperi neocoloniali della Francia; mentre dall’altro ad ordire i colpi di stato in Africa sono in larga parte generali militari addestrati e scelti dagli alleati occidentali.
L’Africa francese crolla sotto i colpi dei generali occidentali
A riprova del fatto che l’Africa francese trema sotto i colpi dei generali militari addestrati in Occidente c’è, ultimo tra tutti, il caso dello stesso Gabon, in cui il potere è stato consegnato a Brice Oligui Nguema. Formatosi inizialmente in Marocco, è poi diventato capo militare a Rabat e in Senegal, prima di tornare in patria nel 2019 per riorganizzare i servizi segreti ed essere promosso a comando della Guardia repubblicana.
Similmente, tra i tanti golpe dell’Africa, rilevante è stato quello in Niger, dove ha preso il potere il generale Abdourahamane Tchiani, con alle spalle Salifou Modi. Quest’ultimo è stato in passato addetto militare in Germania, ma anche ambasciatore in Arabia Saudita. Stessa storia per il generale, sempre nigeriano, Moussa Barmou, addestrato dal Pentagono e frequentatore del National Defense College americano. Altro golpista rilevante in Africa è il generale Asimi Goita, che ha preso il potere in Mali, dopo anni di addestramento in USA, Francia e Germania, nonché figura di spicco, scelta da Washington, per la lotta contro i gruppi jihadisti.