Giorgio Agamben è stato “bloccato” da Facebook mentre teneva il suo intervento sul Green Pass in Commissione affari costituzionali del Senato. A segnalare l’accaduto sono stati numerosi utenti del social network di proprietà di Mark Zuckerberg, i quali hanno notato come fosse impossibile condividere i contenuti del video. Sul display dei loro dispositivi è infatti comparso un messaggio di allerta, che vi riportiamo testualmente di seguito: “Il tuo post viola i nostri standard della community in materia di disinformazione che potrebbe causare violenza fisica”.
Un episodio sul quale ha voluto dire la sua anche il quotidiano “La Verità”, che, in un articolo a firma di Giorgio Gandola, ha affermato: “Disinformazione e violenza fisica, motivazioni fuorvianti, proprie delle dittature d’altri tempi, usate per soffocare le deviazioni dal pensiero unico. Nei sei minuti della prolusione, Agamben non contesta il vaccino, ma la prepotenza del passaporto verde, che dal 15 ottobre servirà anche per andare al lavoro”. Eppure, tanto è bastato affinché il contenuto venisse individuato dal rigido algoritmo di Facebook e messo successivamente al bando.
AGAMBEN: “IL VACCINO È UN MEZZO PER COSTRINGERE LA GENTE AD AVERE IL GREEN PASS”
Peraltro, nel suo discorso, Giorgio Agamben conferma quelle che di fatto sono le convinzioni espresse già nelle settimane passate e che hanno alimentato il dibattito sulla certificazione verde negli studi televisivi e sulle testate giornalistiche italiane: “Il vaccino è un mezzo per costringere la gente ad avere un Green Pass, cioè un dispositivo che permette di controllare e tracciare i cittadini”.
E, ancora: “I politologi sanno che le nostre società sono passate dal modello di ‘società di disciplina’ al modello ‘società di controllo’. Società fondate sul controllo digitale virtualmente illimitato dei comportamenti individuali, che diventano così quantificabili con un algoritmo. È possibile che i cittadini di una società che si pretende democratica si trovino in una situazione peggiore dei cittadini dell’Unione Sovietica sotto Stalin?”.