“L’emozione del ritrovamento del piccolo Nicola Tanturli mi ha fatto riflettere sul racconto reale, mi ha portato all’essenza del mio lavoro e di quando ho deciso di fare il giornalista”. Così Alberto Matano, in un’intervista rilasciata a Repubblica, ricorda il momento in cui a La Vita in diretta il suo inviato ha ritrovato in un dirupo Nicola, il bambino disperso da ore e per il cui ritrovamento erano state dispiegate tutte le forze dell’ordine. Un momento emozionante: “Non dimenticherò mai la telefonata di Giuseppe, – ha ammesso Matano facendo riferimento al suo inviato sul luogo della scomparsa – quello che è successo rivaluta il lavoro degli inviati, la fatica.” ha aggiunto il conduttore. Lavorare a La Vita in diretta, d’altronde, “è un impegno totalizzante”, ha tenuto a sottolineare Matano.
Alberto Matano e la nuova Vita in diretta: “Vogliamo spettinarla un po’”
Per Alberto Matano, il programma del pomeriggio di Rai 1 ha subito una svolta: “La Vita in Diretta è cambiata, abbiamo ripensato la trasmissione da zero: quando c’erano gli ospiti in studio e l’intervista finale, la presenza del pubblico scaldava l’ambiente. – ha raccontato il conduttore, per poi spiegare che – Poi c’è stato un cambio narrativo, oggi il programma è essenziale: gli inviati spiegano sul posto cosa succede. Quindi penso di andare avanti così, le storie sono le protagoniste assolute.” In merito all’ultima parte del programma, affidata al dibattito tra opinionisti, Matano ha poi commentato: “L’obiettivo è spettinarla un po’ di più, per renderla graffiante e divisiva, perché no. Mi piacerebbe scegliere un tema per discutere: quando ci si confronta non siamo tutti d’accordo, ed è giusto così.”