Alberto Stasi e la difesa attendono l'esito dell'inchiesta su Andrea Sempio. Per l'avvocato De Rensis, impronta è importante per la sua posizione...
Alberto Stasi continua a dirsi innocente e prosegue il percorso in semilibertà verso il fine pena atteso per il 2028, quando avrà praticamente finito di scontare la condanna a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Oggi spera anche di scrollarsi di dosso l’etichetta di assassino, da lui sempre respinta, all’esito di quella che sarà la conclusione della nuova inchiesta aperta dalla Procura di Pavia su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima Marco Poggi e già archiviato nel 2017.
Il ritrovamento del Dna del 37enne sulle unghie di Chiara Poggi e di una sua impronta palmare lungo le scale dove si trovava il cadavere rappresentano, secondo gli inquirenti, i cardini dell’impianto di elementi che si va delineando a suo carico nell’ipotesi alternativa di un concorso con ignoti o con lo stesso Stasi nell’uccisione della 26enne.
E mentre la difesa di Sempio liquida quelle tracce come insignificanti (perché lo stesso era un frequentatore dell’abitazione della famiglia e avrebbe potuto “depositarle” in ogni altro contesto al di fuori di quello omicidiario), i legali di Stasi hanno un parere diametralmente opposto.
Alberto Stasi, le speranze appese all’inchiesta su Andrea Sempio. Avv. De Rensis: “Ecco perché l’impronta importante”
Secondo quanto precisato poche ore fa ai microfoni di Iceberg dall’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi con la collega Giada Bocellari, il ritrovamento di una impronta di Andrea Sempio sulla scena del crimine nel caso del delitto di Garlasco non è un fatto secondario. Stando alle informazioni in mano al legale dell’unico condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, a conferire un notevole interesse investigativo alla traccia palmare, la numero 33 nei rilievi condotti all’epoca dal Ris di Parma e isolata su una parete lungo le scale dove si trovava il corpo, sarebbe proprio la sua particolare localizzazione.
“Questa impronta è importante – ha detto De Rensis – primo perché su quel muro c’è solo quella, secondo è la sua posizione, come è posizionata la mano: certamente un movimento, per la logica probabilistica, totalmente innaturale fatto da una persona che scende“.
Per i consulenti della Procura di Pavia, incaricati nei mesi scorsi di analizzare quella traccia confrontandola con il nuovamente indagato Sempio, quell’impronta di mano destra appartiene a lui. Alberto Stasi ha appreso la notizia direttamente dagli inquirenti durante l’interrogatorio a cui è stato sottoposto il 20 maggio scorso in veste di testimone assistito (Andrea Sempio invece non si è presentato).