Alessandro Coatti: arrestati due uomini e due donne per l’omicidio del ricercatore italiano, adescato online e ucciso a Santa Marta in Colombia
Quattro cittadini colombiani – due uomini e due donne – sono stati arrestati per l’omicidio di Alessandro Coatti, il ricercatore italiano di 28 anni originario di Alfonsine, in provincia di Ravenna, ucciso brutalmente lo scorso 6 aprile a Santa Marta: secondo le indagini, Coatti sarebbe stato adescato attraverso un profilo falso sulla piattaforma di incontri Grindr, drogato con scopolamina e poi ucciso in modo particolarmente violento.
Il suo corpo è stato ritrovato smembrato a pochi chilometri dalla città, nella zona montuosa di Minca, dove aveva in programma una gita e il piano, come ha ricostruito la Procura di Roma, era quello di attirarlo con una scusa e derubarlo, un tentativo di rapina trasformato in un omicidio violento e brutale; le indagini sono state effettuate in sinergia tra i carabinieri del Ros, la magistratura colombiana e la Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo parallelo in Italia.
Grazie all’analisi dei dispositivi elettronici di Alessandro Coatti – cellulari e computer – gli investigatori sono riusciti a tracciare i suoi ultimi movimenti, risalendo agli autori materiali del fatto e proprio il lavoro congiunto ha permesso di individuare i quattro accusati coinvolti e ricostruire l’intera sequenza dei fatti; le autorità colombiane hanno quindi emesso le misure cautelari e proceduto agli arresti, che sono stati eseguiti nel dipartimento di Magdalena, dove si erano svolti gli ultimi contatti di Coatti con i suoi aggressori.
Chi sono gli arrestati per l’omicidio di Alessandro Coatti: due donne coinvolte nell’adescamento, due uomini nell’aggressione fisica
I quattro arrestati per l’omicidio di Alessandro Coatti sono ritenuti coinvolti con ruoli differenti ma complementari: una delle due donne, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe gestito il profilo online usato per adescare il ricercatore italiano, mentre l’altra sarebbe stata presente nel momento dell’appuntamento.
I due uomini avrebbero invece avuto un ruolo diretto nell’esecuzione materiale dell’aggressione, le identità non sono ancora state rese pubbliche ma gli elementi raccolti dagli inquirenti – grazie a intercettazioni, tracciamenti digitali e testimonianze – hanno consentito alla magistratura di procedere con gli arresti in tempi relativamente rapidi; la Procura di Roma, che ha seguito il caso fin dall’inizio, ha ribadito come la cooperazione con la magistratura del dipartimento colombiano di Magdalena sia stata costante ed efficace.
Determinanti, nella ricostruzione dell’accaduto, sono stati gli accertamenti informatici sui dispositivi personali di Alessandro Coatti e attraverso l’analisi dei contenuti e dei movimenti registrati – dalle chat ai dati GPS – gli investigatori hanno definito gli spostamenti del ricercatore italiano nei giorni precedenti alla sua morte e hanno isolato i contatti con gli aggressori; inoltre, la collaborazione tra autorità italiane e colombiane è stata sostenuta anche dal Servizio di cooperazione internazionale di polizia e dall’ambasciata d’Italia a Bogotá.
Secondo gli inquirenti, l’omicidio si sarebbe configurato come una rapina sfociata in un’aggressione violenta, ma gli approfondimenti sono ancora in corso per valutare altre eventuali responsabilità; nel frattempo, la Procura ha definito “esemplare” il coordinamento tra le due nazioni e ha confermato che l’inchiesta proseguirà per chiarire ogni aspetto ancora aperto.
