Un’Europa più forte, diversa, solidale e pragmatica: questa l’indicazione di Alessandro Spada in vista delle enormi sfide che incombono sia dal punto di vista geopolitico che tecnologico. Intervistato dal Sole 24 Ore, il presidente di Assolombarda ha posto l’accento sulla velocità del cambiamento nel mondo ormai impressionante: “Ma mentre Usa e Cina affrontano questa nuova fase in modo pragmatico, mettendo sul piatto trilioni di dollari, l’Europa arranca: dopo la risposta forte sulla pandemia siamo tornati drammaticamente indietro, con azioni spesso più basate sull’ideologia che non sull’analisi della realtà. Anche grazie all’Italia l’Europa è la seconda area manifatturiera al mondo”. Spada ha aggiunto sul punto: “Posizione che potremmo perdere, con un rischio di deindustrializzazione evidente, alla luce della mancanza di una reale strategia di politica industriale comunitaria. E se l’Europa perde l’industria, principale forza che genera benessere e sviluppo, allora non ha futuro“.
Le parole di Alessandro Spada
L’Italia può dire la sua guardando a crescita, sostenibilità e innovazione, ha aggiunto Spada, che poi ha stigmatizzato la decisione di puntare più sulle regolamentazioni che non sullo sviluppo, mettendo in secondo piano le priorità della manifattura: “Qualche spiraglio di buon senso è visibile, ad esempio guardando al compromesso sul packaging del Parlamento Ue dello scorso novembre, ma più spesso accade il contrario”. L’unità deve essere al centro dell’Europa, con Spada che vedrebbe bene alla guida di Bruxelles l’ex primo ministro italiano Mario Draghi: “Sarebbe una buona idea perché Draghi, distante da un approccio ideologico ai problemi, con la sua storia ha dimostrato di saper guardare oltre gli interessi nazionali andando sempre ad allargare il perimetro del consenso. È quello che oggi serve a Bruxelles, perché se l’Europa si disunisce diventa più debole, danneggiando così anche l’Italia”.