“All’asilo ero contenta quando vedevo i colori rosa, ma ero scontenta quando quel grembiulino non potevo averlo. Mia madre metteva un fiocchetto rosa per addolcire la cosa, ero io che le chiedevo questo”: così ha esordito Alessia Nobile a Oggi è un altro giorno. La trans ha ripercorso la sua vita e soprattutto le difficoltà vissute nell’adolescenza: “Era complicato andare in bagno. Utilizzavo il bagno dei maschi ma non riuscivo a fare la pipì in piedi. Aspettavo che passassero cinque ore e chiedevo ai professori di andare in bagno, così da andare nei bagni per fare la pipì da seduta. È stato un disagio tremendo. Non ce la facevo, non era qualcosa che non volevo, ma era un rigetto interno”.
“Sono stata una bambina invisibile. Non ne ho parlato con nessuno. Ero un’anima soffice pura, incastrata in un corpo di maschietto. C’era indifferenza nei miei confronti. Ero una bambina che non soffriva, perché non ero capita e compresa”, il racconto commosso di Alessia Nobile. E non sono mancati i momenti veramente difficili, discriminatori: “A 14 anni il professore di religione mi rinchiudeva nelle stanze un po’ isolate per fare una sorta di esorcismo. Mi faceva ripetere delle preghiere, riteneva che fossi posseduta, malata. All’inizio ho seguito questi riti, ma mi sono ribellata quando ha raccontato tutto ai miei genitori. Ho rischiato di essere rinchiusa, il docente aveva proposto ai miei docenti di portarmi in un centro”. La trans ha poi voluto ricordare con affetto don Gallo, “un padre che mi ha teso la mano”. (Aggiornamento di MB)
Alessia Nobile, transgender
Alessia Nobile, donna transessuale di 43 anni, ha da poco pubblicato “La bambina invisibile”, il suo libro autobiografica in cui racconta “un’infanzia di rinunce, una vita adulta di rifiuti”, ha detto a Vanity Fair. Alessia, pugliese, ha capito molto presto di essere “nata nell’involucro sbagliato”: “Avevo 3 anni, ed ero costretta a stare con i maschietti, anche se mi sentivo una femminuccia. Quando frequentavo il primo anno di scuola materna, volevo il grembiule rosa come le mie compagne, ma mia madre mi diceva che non era possibile. Per accontentarmi, mi mise un fiocchetto bianco al collo. A scuola, al bagno non sono mai andata: volevo fare la pipì da seduta. Altrimenti, preferivo trattenerla”. Alle superiori il professore di religione le faceva leggere delle invocazioni, credendo che fosse posseduta.
Alessia Nobile: il suo percorso di transizione
“Pensavano tutti che fossi un ragazzo gay, ma io non ero attratta dagli omosessuali e non mi sentivo tale. Ero una ragazza che voleva stare con un ragazzo. Una eterosessuale”, ha raccontato Alessia Nobile a Vanity Fair. Una sera, in discoteca, vedendo ballare delle ragazze trans ha capito cosa le stava succedendo: “Da allora è cominciata la mia transizione consapevole. E per fortuna: se fossi rimasta nel mio vecchio corpo, mi sarei tolta la vita”. Durante il lockdown a deciso di mettere per iscritto la sua storia, per poter guardare alla vita senza piangere: “Finalmente, quella bambina invisibile è riuscita a farsi spazio”. Presentando il suo libro, su Repubblica, Alessia ha concluso: “Si nasce trans, non lo si diventa“.