A Dentro la notizia vi era Viviana, la sorella di Alessia Pifferi, che ha commentato la nuova perizia psichici sulla donna condannata all'ergastolo
Alessia Pifferi è capace di intendere e di volere, ed era capace quando lasciò la piccola Diana da sola in estate, facendola quindi morire per stenti. Dopo la prima perizia psichiatrica, a cui è seguita la condanna all’ergastolo, la diagnosi è rimasta invariata anche nel secondo processo: il suo disturbo di personalità non era talmente grave da compromettere le sue capacità di intendere e di volere.
Quando ha lasciato la piccola Diana da sola in casa, nella torrida estate milanese, lo ha fatto consapevole del rischio che la bimba potesse morire; del resto lo aveva già spiegato durante il primo interrogatorio: «Quando ero via non ero tranquilla perché comunque sapevo che stavo facendo una cosa che non andava fatta, il pensiero era che lei non mangiasse». Durante il processo ha poi ribaltato le cose: «Io pensavo che il biberon bastasse», ma evidentemente non è andata così.
Ieri il talk di Canale 5 Dentro la notizia ha intervistato Viviana, la sorella di Alessia Pifferi, che ha commentato la nuova perizia psichiatrica dicendo: «Io l’ho sempre detto, mia sorella è capace di intendere e di volere, come è stato detto nella prima perizia e anche nella seconda, e adesso è stato accertato ancora una volta quello che io ribadisco da tre anni: che lei era capacissima di intendere e di volere. A questo punto è molto brava a fingere tutti i problemi che ha, anzi che non ha, ecco perché non li ha mai saputi».
ALESSIA PIFFERI, SORELLA VIVIANA: “L’HO SEMPRE DETTO…”
Quindi ha proseguito: «Io ho sempre detto che lei ha sempre avuto un carattere particolare; in quel suo particolare io ho usato la parola arrogante perché non potevi mai correggerla, ma a questo punto dico cattiveria, visto che al mondo esistono persone cattive che non hanno problemi psicologici, e questo è il suo caso. Perché qualsiasi tipo di problema non avrebbe giustificato quello che lei ha fatto: dare da mangiare alla figlia e accudirla sono le basi, e anche con un sacco di problemi tu arrivi a capire che una bambina che non mangia e non beve muore. Ma lei lo ha detto nel primo interrogatorio, la sera stessa. Tutti questi tre anni sono stati un sacco di parole che hanno fatto male; quindi la mia maglietta che indosso (con la piccola Diana, ndr) è per quello. Questa foto l’abbiamo fatta in un parco giochi, l’avevo portata al parco».
Sui contatti fra le due sorelle, Viviana ha spiegato: «Alessia a me ha scritto solo all’inizio, quella lettera che poi io ho fatto leggere apertamente, dove mi insultava addirittura: ecco il suo modo di cercarmi».
ALESSIA PIFFERI, SORELLA VIVIANA: “ORA MI ASPETTO CHE TUTTE LE CARTE SIANO MESSE IN TAVOLA”
Ma cosa si aspetta ora dal processo nei confronti di Alessia Pifferi? «Io mi aspetto che adesso veramente ci sia la giustizia e che tutte le carte siano messe in tavola. Noi abbiamo il processo bis: non bastava il processo precedente, un nuovo dolore. Quindi adesso deve venire fuori tutto: tutto quello che ha portato a pensare che lei fosse così incapace, tutto quello che in questi tre anni è stato buttato addosso a noi. Eravamo la famiglia che non si era mai accorta dei suoi problemi, ma non ne aveva, ecco perché la famiglia non se ne è mai accorta».
Alla luce di questa seconda perizia psichiatrica, che ha decretato Alessia Pifferi come perfettamente capace di intendere e di volere, è molto probabile che venga confermata la condanna di primo grado, ovvero la sentenza dell’ergastolo. Sarebbe quasi un unicum, tenendo conto che mai nessuna madre che ha ucciso il proprio figlio ha ricevuto una pena simile: al massimo trent’anni di carcere.