Alessia Pifferi sostiene di essere stata picchiata da altre detenute nel carcere di Vigevano, per questo non si sarebbe presentata in aula...

Alessia Pifferi non si è presentata in aula per la seconda udienza del processo d’appello che la vede imputata di omicidio per aver fatto morire di stenti la figlia di 18 mesi, Diana. Dopo essere stata ritenuta pienamente capace di intendere e volere e aver incassato l’ergastolo in primo grado, il secondo si è aperto a Milano con il colpo di scena di un via libera a una nuova perizia psichiatrica affidata a un collegio di esperti.



Secondo quanto emerso poche ore fa, Alessia Pifferi avrebbe giustificato la sua assenza in tribunale sostenendo di essere stata vittima di un presunto pestaggio in carcere a Vigevano, ad opera di altre detenute, che l’avrebbe costretta a farsi medicare con quattro punti di sutura.

Alessia Pifferi, la sorella Viviana contro la nuova perizia psichiatrica: “Si va per le lunghe, ma non è pazza”

Chi non è mancata in aula è la sorella di Alessia Pifferi, Viviana, che continua a dirsi convinta della piena capacità di intendere e volere della donna e ritiene superflua una nuova perizia psichiatrica. “Si va per le lunghe, ma non è pazza“, ha ribadito ai giornalisti fuori dalla Corte d’Assise d’appello di Milano dove si celebra la nuova fase processuale a carico della 39enne.



Secondo la famiglia di Alessia Pifferi, compresa sua madre, non ha mai avuto alcun disturbo e ha sempre preso le sue decisioni in autonomia senza coinvolgere nessuno nella gestione della sua vita e della bambina. Quella dell’infermità mentale, parziale o totale, a detta dei parenti sarebbe solo una lucida strategia per scongiurare il fine pena mai. “Non sono un mostro” aveva detto in primo grado la donna ai giudici negando di aver voluto e premeditato l’uccisione della figlia.

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