Dopo l'ok del Senato, si attende soltanto la Camera, che sta provvedendo a sistemare la questione delle aliquote IRPEF del 2025.
Entro il 22 giugno la Camera dovrebbe rivedere e approvare il sistema di aliquote dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) valido al 2025, tenendo conto delle variazioni accadute in passato: prima con i 3 scaglioni anziché 4, e poi sulle aliquote aggiornate per poter tassare adeguatamente i redditi dichiarati dai contribuenti.
Dopo l’approvazione del Senato, ora manca soltanto il via della Camera, dando luogo a quanto contenuto nel Decreto Legge numero 55 e risalente a quest’anno. È noto, infatti, che le aliquote per definire gli acconti IRPEF attuali sembrino ancora datate (prendendo d’esempio il sistema utilizzato due anni fa).
Il divario nel calcolo delle aliquote IRPEF tra il 2025 e il 2023
L’ultima Legge di Bilancio ha approvato la riduzione a 3 scaglioni per determinare le aliquote IRPEF con lo stesso metodo, sia nel 2025 che nel 2024. Il divario che si è venuto a creare, però, è piuttosto rilevante: infatti, una normativa tutt’oggi in vigore avrebbe previsto l’uso del calcolo del 2023 anche per gli acconti attuali.
Per fortuna, il recente Decreto ha provveduto a correggere la discrepanza normativa che si è venuta a creare, spiegando che i criteri per gli acconti IRPEF da quest’anno terranno conto delle nuove aliquote, mentre per l’anno di imposta 2024 si farà riferimento al 2023.
Iter e scadenze
Il nuovo Testo che fa chiarezza sull’applicazione delle aliquote da destinare agli acconti dell’IRPEF nel 2025 è il Decreto con protocollo 55. Lo stesso è stato già approvato dal Senato (in data giovedì 12 giugno) e, affinché possa considerarsi “ufficiale”, occorre la valutazione della Camera, che avrà tempo entro e non oltre domenica 22 giugno.
Teoricamente – sempre che non vi siano ulteriori ritardi – la scadenza per pagare le imposte relativamente agli acconti IRPEF è prevista per lunedì 30 giugno. Tuttavia, a fronte di tali discrepanze e caos generale, il Governo avrebbe permesso una proroga di quasi un mese, spostando l’adempimento a massimo il 21 luglio.
Entro quest’ultima nuova data, i contribuenti in regime forfettario e che hanno aderito al regime ISA dovranno effettuare il saldo relativo allo scorso anno e il pagamento del 1° acconto dell’anno in corso.
