Alitalia: il prestito concesso nel 2019 dal governo Conte sono illegali secondo la Commissione Europea. Violano la legge sugli aiuti di stato, ed ora l'Italia deve recuperarli
La Commissione europea ha recentemente concluso che il prestito statale concesso dall’Italia alla compagnia aerea Alitalia nel 2019, pari a 400 milioni di euro voluto dall’allora Presidente Giuseppe Conte, con l’appoggio di Roberto Gualtieri e di Stefano Patuanelli, era illegale ai sensi delle norme europee sugli aiuti di Stato. Ad annunciarlo è stata la stessa Commissione con un comunicato in cui si chiede esplicitamente al governo Italiano di recuperare quei fondi, con gli interessi maturati negli anni.
Non è l’unico finanziamento statale concesso alla compagnia Alitalia e alla sua controllata al 100% CityLiner S.p.A. Già nel maggio del 2017, per salvare l’azienda dal fallimento, con una procedura concorsuale speciale (prevista dalla legge italiana sui fallimenti delle aziende), erano stati stanziati alcuni prestiti per un totale di 900 milioni di euro. Finiti anche questi sotto la lente di ingrandimento della Commissione Europea, sono stati ritenuti legittimi. Dunque, l’illegalità si sarebbe verificata solamente nel 2019 con gli altri 400 milioni, quando vennero stanziati i nuovi fondi ad Alitalia, permettendole di continuare ad operare nazionalmente ed internazionalmente.
UE: “I prestiti ad Alitalia devono essere recuperati”
Insomma, la Commissione Europea, analizzando i fascicoli dei salvataggi di Alitalia, avrebbe ritenuto idoneo il primo, mentre nel 2019 ci sarebbe stato un illecito. “La Commissione ha concluso”, si legge nel comunicato, “nel settembre 2021, che il prestito italiano del 2019 di 400 milioni di euro ad Alitalia è un aiuto illegale” spronando il governo a “recuperare l’aiuto di Stato illegale, oltre agli interessi“.
Secondo la Commissione, salvando Alitalia lo Stato non si è comportato come avrebbe fatto un altro operatore privato. In particolare, non erano stati previsti i dovuti rimborsi, ne gli interessi, mirando “a garantire il servizio ininterrotto dei voli nazionali e internazionali”, mentre nessun investitore privato avrebbe agito nello stesso modo. Similmente, gli aiuti da 400 milioni non sarebbero stati compatibili neppure con la legge sul salvataggio e la ristrutturazione, poiché avendo Alitalia beneficiato di quegli stessi aiuti nel 2017, quelli del 2019 violerebbero il requisito “una tantum” previsto dalla legge. Il prestito, conclude la Commissione, avrebbe dato alla compagnia aerea un vantaggio sleale rispetto ai concorrenti, configurando un’incompatibilità con gli aiuti di Stato.
