Peled ambasciatore Israele in Italia: il giudizio sul forcing a Gaza, gli spari sugli aiuti e un messaggio ai cristiani, “noi gli unici a difenderli”
IL “MESSAGGIO” AI CRISTIANI: “NON È ISRAELE A MINACCIARLI, MA TUTTO IL RESTO DEL MEDIO ORIENTE”
Dallo scorso dicembre 2024 Jonathan Peled è il nuovo ambasciatore di Israele in Italia, e non può esimersi dal rispondere nel forte clima di critica per le azioni del suo Paese nella Striscia di Gaza e in generale nello scacchiere geopolitico del Medio Oriente: intervistato ieri da “La Stampa” è in particolare un messaggio inviato alla Chiesa Cattolica, e in generale a tutti i cristiani, quello che viene evidenziato dalle parole del diplomatico ebraico.
Con l’attacco alla chiesa di Gaza City, e con le nuove indegne sparatorie sui luoghi dove vengono consegnati gli aiuti umanitari, la condanna del mondo e della stessa Santa Sede è piuttosto unanime: in tal senso l’ambasciatore Peled elogia l’appello fatto da Papa Leone XIV nell’Angelus della scorsa domenica («il perdono costa fatica ma è l’unica via di pace») ma aggiunge che è in particolare la sigla di Hamas ad infliggere sofferenza, dolore e morte al loro stesso popolo palestinese.
La telefonata avvenuta tra il Papa e il Premier israeliano Netanyahu è un ottimo segnale in quanto dimostra che «il dialogo c’è ed è aperto con la Santa Sede», anche se tale dialogo permane critico come hanno evidenziato in questi giorni sia Leone XIV che il segretario di Stato Parolin, e sia ovviamente il Patriarca Pizzaballa che parla di «moralmente inaccettabile» la condotta di Israele a Gaza. È in generale sul timore dei cristiani in Terra Santa d’ora in avanti che si concentra poi la risposta dell’ambasciatore in Italia, allontanando la paura e sottolineando come i cristiani in Medio Oriente oggi «sono in pericolo ovunque, tranne che in Israele».
ISRAELE SPARA SULLA FOLLA IN FILA PER GLI AIUTI? LA RISPOSTA DELL’AMBASCIATORE PELED IN ITALIA
Da Betlemme alla Siria, dalla Cisgiordania fino all’Iran e allo Yemen: i teatri di guerra dove la popolazione cristiana è messa sotto tiro ogni giorno sono purtroppo molteplici, spiega l’ambasciatore Peled, ma nessuno a livello mondiale sottolinea la necessità di chiedere la protezione delle chiese in questi luoghi. Il diplomatico contesta dunque il “concentrarsi” delle critiche su Israele, quando invece è proprio l’unico luogo del Medio Oriente a mantenere in piena sicurezza i fratelli cristiani, «questo il Vaticano e Pizzaballa lo sanno».
Oltre a giustificare l’operazione di terra a Deir-al-Balah delle truppe israeliane per provare a mettere in scacco Hamas affinché accetti l’accordo di guerra quasi raggiunto nelle scorse settimane tra Netanayahu e Trump («e che Hamas non ha vilito accettare finora»), l’intervento dell’ambasciatore Peled a “La Stampa” prova a rispondere alle comprensibili polemiche contro l’esercito IDF che viene accusato di aver più volte sganciato raid e compiuto sparatorie contro i siti di distribuzione degli aiuti umanitari dentro La Striscia.
Detto che l’obiettivo militare al momento è quello di «creare le condizioni necessarie per l’intesa diplomatica e politica», sui morti per le strade lo scenario attuale è una posizione considerata drammatica e tragica: «Facciamo entrare gli aiuti ma Hamas cerca di intercettarli, usarli per controllo o profitto e impedisce alla popolazione di accedervi». Per questo l’ambasciatore di Israele in Italia ricorda come Hamas ancora in questi giorni abbia intimato la gente palestinese a non fotografare gli aiuti per “nascondere” le loro operazioni: il punto infatti, per Peled, è che sia la sigla terroristica sciita ad impedire l’invio di aiuti con ostruzioni e sparatorie in «larga parte orchestrate proprio da Hamas».