Anne Sinclair racconta nella sua biografia il suo tormentato rapporto con Dominique Strauss-Khan, ex numero uno dell'FMI arrestato nel 2011 per stupro
«Non si lascia un uomo a terra», ha raccontato lei fiera, spiegando di non voler scrivere tutto ciò che ha vissuto ma di scrivere solamente la verità, e respingendo al mittente le accuse di complicità e la brama di potere, come spiega la collega de Il Messagero, Marina Valensise. «È dipeso forse da lui, ma forse anche da me – raccontava un paio di settimane fa Anna Sinclair, parlando ai microfoni di Elle, anticipando l’uscita del libro – ho riprodotto lo schema della dipendenza che mi legava a mia madre. Stavo con lui nel terrore del disaccordo e nella paura di deluderlo. Ero soggiogata? Non so, in ogni caso si trattava di sottomissione e accettazione».
ANNE SINCLAIR: “DOMINIQUE STRAUSS-KHAN NON VOLEVA L’ELISEO”
Strauss-Khan si mormora fosse pronto a scendere in campo per le elezioni presidenziali francesi, ma su questo punto la Sinclair è chiara: «Contrariamente a tutto quello che è stato detto, io non avevo voglia di andare all’Eliseo come première dame, e neanche lui del resto». Ma dalle abitudini sessuali del marito (oltre all’accusa di stupro in seguito è emerso il quadro di un uomo ossessionato dal sesso e che più volte aveva tradito la moglie), la Sinclair aggiunge: «voglio che si capisca che non sapevo niente dei comportamenti di mio marito. Non ne sapevo nulla. So che è molto difficile da accettare, e se me lo raccontassero altri io stessa non ci crederei, eppure è così». Nonostante la verità la giornalista non ha mai abbandonato il suo uomo: «Non si lascia cadere un uomo quando è a terra. Mi spiace solo che tra noi non ci sia mai stato un chiarimento di fondo».
