C'è stato scambio di battute a distanza tra David Meghnagi e Stefano Bonaccini che merita di essere portato all'attenzione
Lo scambio di bordate ferragostane fra il presidente della comunità ebraica di Milano David Meghnagi e Stefano Bonaccini, presidente ed europarlamentare del Pd, merita un post-it.
“Per fortuna che c’è il presidente del Consiglio Meloni e il resto della destra che ci difende, altrimenti torneremmo al 1938” ha detto in un’intervista Meghnagi, aggiungendo: “Se al Governo ci fossero Schlein, Conte, Bonelli, Fratoianni a noi ebrei sparerebbero per strada. Il Pd è pieno di antisemiti”.
“Parole semplicemente vergognose”, ha replicato Bonaccini. Del quale, peraltro, non si può non ricordare subito che è oggi a Strasburgo dopo essere stato rieletto cinque anni fa Governatore dell’Emilia-Romagna grazie al sostegno decisivo di un’illustre appartenente alla comunità ebraica milanese: la senatrice a vita Liliana Segre.
Fu lei a rendersi disponibile a presiedere una commissione parlamentare straordinaria sui fenomeni di odio, insediata seduta stante dopo una storica sconfitta elettorale della sinistra in Umbria, poche settimane prima del voto in Emilia-Romagna. Fu lei che accreditò una martellante campagna di stampa sulla natura “nera” dell’odio che – ad avviso suo e dell’allora maggioranza Pd-M5s – minacciava la democrazia in Italia. Era stata sempre lei a evocare le ombre nere e gli anni 30 del secolo scorso nel dibattito parlamentare che aveva accompagnato il ribaltone fra Conte 1 e Conte 2.
Senza la disponibilità politico-mediatica della Memoria della Shoah – offerta dalla Senatrice – non è affatto certo che Bonaccini avrebbe battuto il centrodestra nella regione-bastione della sinistra in Italia. Né che la giovane promessa Elly Schlein – figlia di un politologo israelita americano – sarebbe diventata sua vice-governatrice. Né che i due sarebbero stati – due anni dopo – i concorrenti per la guida del Pd dopo la disfatta elettorale contro Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Né – forse – che al Quirinale sarebbe stato riconfermato il “dem” Sergio Mattarella, che ha nominato Segre sua unica senatrice a vita.
Oggi gli ebrei milanesi accusano il Pd di Schlein di odio antisemita – per le posizioni di aperta critica a Israele – e Bonaccini non ha altro da dire loro se non di vergognarsi della propria pretesa di rispetto assoluto per la Shoah.
Quel che è certo è che, sei anni dopo, il cerchio “dell’odio nero” è definitivamente chiuso. Anzi, si rivela oggi con evidenza il fake che verosimilmente è stato fin dall’inizio.
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