Antonietta Bagarella, detta “Ninetta”, è la moglie di Totò Riina, boss di Cosa Nostra deceduto nel 2017 nel reparto carcerario dell’ospedale di Parma. Nata nel 1944, Ninetta si unì in matrimonio a Totò Riina nel 1974, in gran segreto. Dalla loro unione nacquero quattro figli: Concetta, Giovanni, Giuseppe e Lucia. La donna, quarta figlia femmina, ottenne il diploma magistrale grazie al quale divenne insegnante di italiano. Proprio in quegli anni si fidanzò con Riina, all’epoca migliore amico del fratello Calogero. I due decisero di sposarsi e diventarono entrambi latitanti, anche se il loro matrimonio fu poi dichiarato non valido.
Come il marito, Ninetta subì diversi procedimenti giudiziari, tra cui un primo nel 1971: fu infatti ritenuta complice di colui che sarebbe divenuto suo coniuge. La donna fu condannata a quattro anni di soggiorno obbligato in una località del Nord Italia ma riuscì a sfuggire alla pena dopo essersi appellata ai giudici definendosi “solo una donna innamorata”. Nel gennaio del 2007 la famiglia Riina è stata condannata al risarcimento di 3.360.000 euro nei confronti della famiglia di Paolo Borsellino, a seguito della causa intentata dalla vedova del giudice contro Ninetta Bagarella.
Antonietta Bagarella: una vita a servizio della mafia?
Non solo maestra, moglie e madre. Antonietta Bagarella ha avuto – come il marito – un ruolo centrale in vicende di mafia. Basti pensare che la sua provenienza è proprio legata ad una famiglia mafiosa. Il padre, infatti, entrò in contatto con Cosa Nostra per poi essere condannato negli anni ’60. L’uomo, Salvatore Bagarella, fu mandato al soggiorno obbligato in una località del nord dal 1963 al 1968 proprio per crimini di mafia. Due dei suoi fratelli, Calogero e Leoluca, hanno legato altresì il loro nome alla mafia.
Nell’anno della morte del marito, avvenuta nel carcere di Parma nel 2017, si scoprì che era proprio lei a gestire il patrimonio di Totò Riina. La donna aveva il ruolo di “tesoriere” ma non solo: spettava a lei il compito di mediare tra i boss locali dopo l’arresto del marito. Un ruolo centrale, dunque, quello di Antonietta, che nonostante ciò non è mai stata arrestata. Nel 2019 il nome di Ninetta è balzato nuovamente alla cronaca: la donna, infatti, aveva avanzato richiesta per il reddito di cittadinanza. La domanda fu respinta ma l’avvocato Alessandro Romano disse a PalermoToday: “L’ente previdenziale ha commesso un errore, la signora ha tutti i requisiti di legge per ottenere il sussidio in quanto le andava applicata una detrazione di 950 euro per il nipote convivente e senza reddito”.