Antonio Ciontoli fu denunciato da due prostitute per un rapporto sessuale non pagato. Cosa c’entra tutto questo con l’omicidio di Marco Vannini? L’avvocato che lo difese in quella vicenda è Celeste Gnazi, l’attuale legale della famiglia del ragazzo ucciso a Ladispoli nella casa dei Ciontoli. Occorre fare delle precisazioni: in primis è una vicenda di venti anni fa che non è mai finita a processo e che anzi è stata subito archiviata. “Le Iene” però hanno trovato il verbale di interrogatorio che aiuterebbe a ricostruire quanto accaduto. Era il 12 gennaio del 2000 quando Antonio Ciontoli venne convocato in caserma a Cerveteri. Era sposato già e abitava nella casa dove 15 anni dopo sarebbe stato ucciso Marco Vannini. Fu identificato come personale militare tramite il suo tesserino rilasciato dal ministero della Difesa. Dal verbale emerge la sua versione: «Arrivato a Cerveteri nei pressi del deposito della nettezza urbana ho notato che due ragazze di colore mi chiedevano un passaggio». Dopo essersi fermato, le fece salire a bordo dell’auto. In cambio gli avrebbero offerto un rapporto sessuale. «Non ero intenzionato a dare loro un passaggio, ma queste quasi mi si sono messe davanti all’autovettura». Quindi Ciontoli si sarebbe spostato su una stradina periferica. «Dopo aver consumato il rapporto sessuale mi hanno fatto una richiesta di denaro pari a 150mila lire».
Ciontoli parlò di un comportamento aggressivo delle prostitute, motivo per il quale, spaventato dalla situazione, avrebbe dato loro 50mila lire. «Poi mi sono allontanato anche se loro mi urlavano dietro». Nella sua versione, dunque, Ciontoli disse il contrario di quanto denunciato dalle due ragazze. E negò di essersi qualificato come poliziotto il fatto di aver mostrato loro il tesserino. Ma questa dinamica avrebbe punti in comune con la tragica morte di Marco Vannini, precisa “Le Iene”, perché Daniele Matera, il medico intervenuto, ha affermato che si era presentato come carabiniere mostrandogli velocemente un tesserino. «Abbiamo sempre cercato questo precedente perché sarebbe stato utile per la ricostruzione della personalità di Ciontoli», ha dichiarato l’avvocato Celeste Gnazi, che ha contattato “Le Iene” prima che queste venissero in possesso dei documenti. Comunque, questo procedimento è stato archiviato per assenza di riscontri e perché, scrive il pm, «l’identificazione dei Ciontoli come appartenente a qualche organo di polizia da parte delle due donne può essere stata possibile avendo visto il tesserino nel portafoglio».
«Di questa vicenda non ricordavo più nulla perché non si è trasformato in un processo vero e proprio». Il legale della famiglia Vannini afferma dunque che non ricordava di aver assistito Antonio Ciontoli: «La notorietà è di adesso, non di venti anni fa». Le due prostitute lo accusavano di aver sfilato loro dalla busta il denaro pattuito per la prestazione, quindi di averle rapinate dopo aver fatto sesso.
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ANTONIO CIONTOLI, “RAPINÒ DUE PROSTITUTE”
Nuovi documenti choc emergono sul caso dell’omicidio di Marco Vannini, oggi al centro della nuova puntata de Le Iene, e riguarderebbero in particolare il principale imputato Antonio Ciontoli, ovvero l’uomo che nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 esplose il colpo di pistola che poi portò alla morte del giovane ventenne, fidanzato della figlia Martina. Già in passato era circolata una indiscrezione sul conto di Antonio Ciontoli e che aveva contribuito a gettare non poche ombre sul suo conto. Oggi, come spiega il sito de Le Iene nell’anticipazione del servizio in programma per questa sera, quelle indiscrezioni troverebbero conferma alla luce di nuovi importanti documenti choc. La vicenda che sarà narrata nel servizio di Giulio Golia e Francesca Di Stefano, non ha nulla a che fare con l’omicidio di Marco Vannini, anche se non mancherebbero i collegamenti con il caso. Ciontoli senior, infatti, stando a quanto era finora emerso, sarebbe stato indagato in passato per rapina a scapito di due prostitute. la vicenda risale al 2000 ma quel procedimento sarebbe poi stato archiviato. La vera novità è che in quella circostanza sarebbe stato difeso dall’avvocato Celestino Gnazi, attuale legale della famiglia di Marco Vannini.
ANTONIO CIONTOLI, NUOVE OMBRE E DOCUMENTI CHOC
Alla vicenda processuale relativa al delitto di Marco Vannini, ferito mortalmente con un colpo di pistola esploso da Antonio Ciontoli nella sua villetta di Ladispoli, si va ora ad aggiungersi una nuova ombra legata al suo passato. In una registrazione in possesso de Le Iene si sentiva asserire: “C’è un fascicolo all’interno della caserma di Carabinieri di Ladispoli dove è presente ‘Fascicolo personale Ciontoli Antonio’. All’interno di questo fascicolo c’è l’informativa… udite udite… che riguarda una rapina o estorsione, di preciso non lo so questo… che il Ciontoli avrebbe fatto nei confronti di una mignott*… dove il Ciontoli era stato difeso da Gnazi”. A pronunciare queste parole nella registrazione in oggetto sarebbe un ex ufficiale della Guardia di Finanza. Ora questa vicenda sarà affrontata nella puntata di oggi del programma di Italia 1 che ha dedicato ampio spazio al caso Vannini. Si legge a tal proposito nel sito: “Se non vi abbiamo mai parlato di questa vicenda è perché mai nessuno era riuscito a trovare il documento che la confermasse o la smentisse. Stasera lo faremo a Le Iene”.