Ci sono sempre meno artigiani in Italia secondo i dati Cgia: -400mila negli ultimi 10 anni, abbiamo più avvocati che idraulici. Le cause del fenomeno
C’è una fuga di artigiani in Italia: sono sempre meno, tanto che si parla di “moria”. Dai dati elaborati dall’Ufficio studi della Cgia emerge che sta crollando anche il numero delle microimprese, una situazione molto pericolosa per l’economia italiana.
I dati principali evidenziano che, nell’ultimo decennio, sono scomparsi circa 400 mila artigiani, un quinto del totale; ma solo tra il 2023 e il 2024 il calo è stato di 72 mila imprese, quindi il 5 per cento.
Le cause sono diverse: dal cambiamento dei consumi – visto che molti lavori artigiani non trovano più spazio in un mondo dominato dalla produzione industriale a basso costo – allo scarso interesse dei giovani, attratti da mestieri più prestigiosi dal punto di vista sociale; ma c’è anche una questione di burocrazia e tasse, visto che fare impresa in Italia è sempre più difficile.

Infatti, avere una partita Iva comporta tasse alte, regole e pratiche burocratiche da gestire. Inoltre, ci sono settori in cui le piccole imprese si sono unite per diventare più grandi e più efficienti. La tendenza rischia di peggiorare ulteriormente in mancanza di politiche concrete.
ARTIGIANI ADDIO, I DATI DELLA “CRISI”
I dati dell’associazione degli artigiani mostrano che quasi un artigiano su quattro ha chiuso e che il fenomeno ha toccato tutte le regioni; quelle più colpite sono le Marche (-28,1%), l’Umbria (-26,9%), l’Abruzzo (-26,8%), il Piemonte (-26%). Il Mezzogiorno potrebbe essere meno colpito per via degli investimenti in opere pubbliche, come il PNRR, e per la spinta al settore edilizio e casa tramite il Superbonus 110%.
Con una popolazione di artigiani che invecchia e i giovani che non si avvicinano a questi mestieri, tra dieci anni sarà molto difficile trovare idraulici, fabbri, elettricisti, serramentisti. Già ora, in Italia ci sono 233 mila avvocati, ma solo 165 mila idraulici.
I settori che non soffrono, quindi in controtendenza, sono quelli del benessere (crescono acconciatori, estetisti, tatuatori), dell’informatica e del digitale (sistemisti, esperti di web marketing, video maker, social media manager) e dell’alimentare (gelaterie, gastronomie, pizzerie d’asporto, soprattutto nelle città turistiche).
