In Israele prosegue la campagna vaccinale con la somministrazione della terza dose. Ora possono contare anche su AstraZeneca, che sarà somministrato a tutte le persone che non possono ricevere un vaccino a mRna perché hanno accusato effetti collaterali dopo una delle prime due dosi. La decisione è ufficiale ed è stata annunciata in conferenza stampa da Salman Zarka, commissario israeliano per l’emergenza Covid. La somministrazione del vaccino della casa biofarmaceutica anglo-svedese, realizzato in collaborazione con l’Università di Oxford, comincerà nei prossimi giorni. Una fornitura è già in Israele e sarà distribuita nei prossimi giorni alle strutture che si occupano della vaccinazione.
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«La nostra direttiva è che il medico deciderà quando è opportuno usare questo vaccino rispetto ai vaccini Pfizer o Moderna che abbiamo usato in Israele – ha spiegato Zarka -. In generale, il vaccino AstraZeneca è destinato a coloro che hanno sperimentato effetti collaterali, anche non gravi, e quindi c’è stata una decisione medica di non dare loro la terza iniezione di Moderna o Pfizer in modo che possano proteggersi e ricevere il vaccino di AstraZeneca».
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“TERZA DOSE? SENZA PERSONE NON PROTETTE”
Intanto gli esperti in Israele sono «molto ottimisti» riguardo l’andamento dell’epidemia di coronavirus e del fatto che l’ultima ondata stia calando. Infatti, si aspettano che il numero di pazienti ricoverati per una forma grave di Covid scenda entro le prossime due settimane. La quarta ondata non è ancora finita, motivo per il quale i cittadini devono ancora rispettare le restrizioni e vaccinarsi. «Abbiamo già dimostrato che senza una terza dose (di vaccino, ndr), le persone non sono protette se non dopo mezzo anno dal secondo vaccino. Dobbiamo fare attenzione al fine di prevenire una quinta ondata, o di ritardarla», ha dichiarato Salman Zarka in conferenza stampa.
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Dunque, il green pass resterà in vigore a lungo: «Farà parte della nostra routine nelle prossime settimane o nei prossimi mesi. Penso che abbiamo imparato dall’ondata precedente che non è una buona idea uscire rapidamente dalle restrizioni, soprattutto quando c’è un’alta infezione nel resto del mondo».