Forse stavano programmando un attentato i due turchi arrestati in quel di Viterbo in occasione della Macchina di Santa Rosa: cosa è successo
A Viterbo è stato sventato un attentato che quasi sicuramente sarebbe andato in scena in occasione della processione della Macchina di Santa Rosa.
Si tratta del tradizionale evento che si tiene ogni anno, da secoli, nella nota città laziale e che quest’anno ha rischiato di concludersi nel sangue. Secondo quanto riferito da numerosi organi di informazione online, a cominciare dal Corriere della Sera, le forze dell’ordine hanno arrestato due persone originarie della Turchia, pronte a entrare in azione ieri sera, proprio durante la processione.
Stando al quotidiano di via Solferino, i due turchi facevano parte della rete del boss Boris Boyun e, fortunatamente, il covo è stato scoperto poco prima che si verificasse una strage. I due risiedevano infatti in un bed & breakfast in città, nei pressi del luogo in cui sarebbe passata la Macchina di Santa Rosa, e al suo interno sono state rinvenute armi e caricatori: un chiaro indizio di ciò che si stava pianificando.
ATTENTATO VITERBO, MINI COMMANDO PRONTO AD ENTRARE IN AZIONE
Il mini-commando aveva con sé una mitragliatrice e due pistole, ma, una volta interrogati, è rimasto in silenzio. Non si esclude che i criminali volessero liberare il boss, arrestato l’anno scorso proprio a Viterbo; tuttavia, ogni ipotesi resta aperta e, al momento, la Procura ha avviato un fascicolo per traffico d’armi, senza però menzionare un possibile atto terroristico.
Ad allertare la polizia è stata l’affittacamere, insospettita dal fatto che i due ospiti non avessero bagagli nonostante provenissero da un Paese lontano. Alla luce di quanto accaduto, la tradizionale processione di Viterbo si è svolta in maniera differente: invece delle luci spente, l’amministrazione ha deciso di accendere quasi tutte le illuminazioni al passaggio di Santa Rosa. Intanto – precisa ancora il Corriere della Sera – sono scese in campo le unità cinofile con i cani antibomba e i Nocs, per verificare che non vi fossero ordigni. Alla fine la tradizionale parata, seppur in forma anomala, si è svolta regolarmente, con la massima sicurezza per le autorità presenti, tra cui il ministro degli Esteri Tajani. Atteso anche l’ambasciatore israeliano, la cui partecipazione è stata sconsigliata per motivi di prudenza.
ATTENTATO VITERBO “C’E’ STATO UN PERICOLO CONCRETO”
“C’è stato un pericolo concreto” ha commentato la sindaca di Viterbo, Chiara Frontini, spiegando che proprio per questo si è deciso di accendere le luci. Soddisfatta Giorgia Meloni, che attraverso il proprio profilo Facebook ha voluto congratularsi con le forze dell’ordine e con il ministro Piantedosi per l’arresto dei due turchi in un evento che ha ricordato essere “unico al mondo”, nonché riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Positivo anche il parere di Antonio Tajani, che ha ringraziato tutti coloro che hanno garantito la sicurezza della Macchina di Santa Rosa, auspicando che l’episodio serva da monito contro chi orchestra campagne d’odio con linguaggi violenti, pur senza riferirsi a nessuno in particolare.
La mafia turca a Viterbo, come accennato, è purtroppo una realtà radicata. Oltre a quanto avvenuto nelle ultime ore, non sono mancati altri episodi: tra questi, l’arresto il mese scorso di Ismail Atiz e quello di un altro esponente della mafia di Ankara. Personaggi legati molto probabilmente ancora al boss Boyun, dediti al traffico internazionale di armi e droga, con legami stretti con il fondamentalismo islamico. Nei prossimi giorni, se non nelle prossime ore, potrebbero arrivare ulteriori informazioni: al momento, infatti, ogni pista resta aperta.