Attivisti distruggono Tesla a Londra per protestare contro Elon Musk: "E' un'installazione artistica partecipativa", ma arrivano accuse di vandalismo
Un’auto Tesla è stata ridotta in frantumi da manifestanti armati di mazze a Londra, in un’azione spettacolare organizzata dal gruppo Everyone Hates Elon per denunciare il potere del magnate sudafricano; l’evento, definito dagli stessi organizzatori un’ “installazione artistica partecipativa”, ha attirato decine di persone desiderose di sfogare la propria rabbia contro Elon Musk, accusato di alimentare disuguaglianze e sostenere movimenti di estrema destra.
“Vogliamo creare un simbolo di resistenza all’influenza miliardaria”, ha spiegato un portavoce del gruppo, rimarcando come l’auto – donata da un anonimo e già destinata alla demolizione – sarà ora messa all’asta per finanziare banche alimentari.
La performance, tra provocazione e teatro sociale, riflette il malcontento crescente verso Musk, sempre più impopolare in Europa in seguito alle sue dichiarazioni controverse a favore di figure come l’ex leader di estrema destra britannico Tommy Robinson e il partito tedesco AfD.
Non è un caso che le vendite di Tesla siano crollate del 40% in Europa a febbraio 2025 rispetto all’anno precedente, secondo dati dell’Associazione europea dei produttori di automobili: “Musk è ossessionato dal controllo: sulle nostre vite, sulla politica, persino sul futuro dell’automotive”, ha commentato un partecipante, mentre colpiva il cofano dell’auto elettrica.
Nel frattempo, il miliardario continua a perdere consensi: la sua alleanza con il Presidente USA, rafforzata da video virali in cui i due appaiono come “operai di fabbrica” generati dall’IA, sembra aver dato spinta al boicottaggio del marchio.
Attivisti, manifestanti e il rebus della protesta contro Musk
Dietro il gesto plateale si nasconde una strategia ben più calcolata: “Everyone Hates Elon”, nato come collettivo social, ha trasformato la rabbia in un’azione concreta: permettere ai cittadini di “distruggere legalmente” un simbolo del capitalismo tecnologico, riciclandone però i materiali.
“La batteria della Tesla sarà riutilizzata, non sprechiamo risorse”, hanno precisato gli attivisti, in un tentativo di coinciliare protesta e sostenibilità; un paradosso che ricorda le performance degli anni ’70, quando gruppi come i Situationisti usavano l’arte per smascherare le contraddizioni del sistema.
Ma il bersaglio non è il solo solo Elon Musk: l’azione collettiva è il riflesso di un malessere generalizzato e più ampio nei confronti dei “paperoni della Silicon Valley”, accusati di manipolare democrazie e mercati. “Siamo stanchi dei miliardari che decidono il nostro futuro”, è la denuncia una manifestante, mentre brandiva un cartello con la scritta “Musk = Trump”.
E le reazioni non si sono fatte attendere: sui social, il video della Tesla demolita è diventato virale, dividendo l’opinione pubblica tra chi applaude il gesto “liberatorio” e chi lo condanna come vandalismo mentre l’ombra della politica si allunga sull’episodio.
Con Musk sempre più vicino all’estrema destra globale, la protesta di Londra potrebbe essere solo l’inizio di un’ondata di mobilitazioni contro i magnati della tech, pronti a sfidare non solo auto elettriche, ma interi sistemi di potere.
