Il nuovo contratto scuola è stato rivisto, con una cifra una tantum considerata da molti addetti ai lavori non adeguata.
Nell’attesa che a metà settembre il MIM parli dei fatidici rinnovi, l’attuale contratto per la scuola prevede una somma aggiuntiva e una tantum da destinare ai docenti: tuttavia, si parla di una somma di denaro considerata da molti non adeguata.
Ad averne dato spunto è stato il ministro Valditara, specificando che dei 240 milioni di euro in più verranno garantiti – una sola volta – 145€ a poco più di un milione di impiegati nel settore (di cui 850.000 sono professori).
Contratto scuola aumentato di 145€ (una tantum)
Si conferma il contratto di scuola aumentato dall’ultimo Decreto di 145€ una tantum, e a dirlo è stata l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni stessa, il quale ha rivisto in più volte le trattative presentate anche dai sindacati della categoria.
In base all’area di riferimento il trattamento integrativo avrebbe dovuto prevedere una cifra differente, differenziando i docenti universitari e il personale impiegato nel comparto ATA.
Il prossimo incontro – si spera anche definitivo – è previsto tra due mercoledì, ovvero al 24 settembre 2025. All’incontro si discuterà dei rinnovi previsti per le 4 categorie coinvolte: enti universitari e di ricerca, Afam e la scuola.
Rivalutazione formativa
La nuova contrattazione dei sindacati mira a premiare i docenti che intendono investire volontariamente sulla loro carriera e sull’acquisizione di nuove competenze. Nello specifico su 3 anni di percorsi formativi il professore potrebbe ricevere un aumento tra il 10% e massimo il 20% del suo salario mensile.
Ma non è tutto, perché in fase di studio l’esecutivo sta valutando di garantire ulteriori premi e incentivi, tra cui rendere strutturale l’aumento successivamente alle nuove skills acquisite, oppure prevedere dei criteri ancora più convenienti per il docente che investe su se stesso.
Non dimentichiamo infine, le risorse stanziate per il welfare sanitari, che potranno aggiungersi ai benefici da destinare ai docenti (includendo anche i precari, che complessivamente dovrebbero ammontare a 235.000, di cui 40.000 ATA e 195.000 professori).
