L'aumento delle pensioni potrebbe verificarsi già dall'anno prossimo, grazie ad un taglio importante sulla riforma Irpef.

Il Governo Meloni sta lavorando e ragionando su come favorire l’aumento delle pensioni ad una determinata cerchia di contribuenti. Si tratterebbe di arrivare a quasi 120€ al mese in più grazie a dei tagli applicabili alle aliquote Irpef (l’imposta sui redditi delle persone fisiche).

Già dall’anno scorso gli scaglioni si sono ridotti a tre (dai precedenti quattro), e la novità è consistita nell’accorpamento della seconda fascia (ora unita alla prima) e per i redditi tra 15.000€ e 28.000€, la cui tassazione aggiornata è al 23% (mentre prima era al 25%).



Aumento delle pensioni pensato con il taglio Irpef

Per concretizzare il fatidico aumento delle pensioni il Governo vorrebbe imporre dei cambiamenti sulla riforma Irpef. Dall’anno prossimo potrebbe pensare ad incrementare il tetto massimo fino a 60.000€ (oggi è fissato a 50.000€), e ridurre la tassazione al 33% (al posto dell’odierno 35%).



Una mossa simile permetterebbe ai pensionati con un cedolino pari a 50.000€ annui, di poter avere un risparmio annuo di 440€.

Lo scenario più interessante e indubbiamente significativo, si consoliderebbe nelle fasce reddituali più corpose, nello specifico sulla parte che supera i 60.000€. Con un esempio pratico potremmo dire che chi percepirà tra 50.000€ e 60.000€ vedrà applicarsi il 33% e non più il 43%.

10 Punti percentuali di differenza consentirebbero un risparmio garantito di 1.000€ annui. Dato che i due risparmi si cumulerebbero, in totale il pensionato potrebbe salvaguardare 1.400€ (tenendo conto degli scorsi 440€). Ecco dunque, perché ci sarebbe un aumento delle pensioni grazie ai 120€ mensili di accantonamento.



E la rivalutazione?

Al momento le indiscrezioni suppongono una potenziale sospensione temporanea di 3 anni sul meccanismo di rivalutazione previdenziale. Come ben sappiamo, ogni biennio l’ISTAT aggiorna i suoi dati relativamente all’aspettativa di vita.

I risultati attuali ci dimostrano che l’età pensionabile è in aumento, gravando sui cedolini pensionistici dei giovani, mentre la spesa per l’Erario continua a crescere.

Semmai il blocco triennale (fino al 2028) dovesse avverarsi, il costo necessario per l’operazione ammonterebbe a 1 miliardo di euro.

All’interno del DEF si stima che tra 2 anni il Governo potrebbe avere un’uscita superiore a 365 miliardi di euro (97 miliardi di euro in più rispetto alla spesa dell’anno 2018).