Australia, per arginare la crisi abitativa il governo propone di tassare le case grandi abitate da nuclei piccoli per convincerli a trasferirsi
Australia, fa discutere la proposta del governo per tassare le camere da letto libere e non utilizzate nelle case unifamiliari. Una misura che alcuni ministri hanno definito necessaria per arginare la crisi abitativa in atto con urgenza di costruire nuovi alloggi, per i quali potrebbero essere utilizzati proprio i fondi derivati da questa imposta. L’ipotesi nasce da un progetto che ha preso in esame i cambiamenti demografici avvenuti recentemente che hanno portato la maggior parte delle famiglie ad avere stanze libere, specialmente in quegli appartamenti progettati per ospitare nuclei di quattro cinque persone che invece sono occupati da coppie di anziani o single.
Secondo la valutazione iniziale, obbligare questi soggetti a pagare una maggiorazione, li spingerebbe al trasferimento in immobili più piccoli o monolocali, lasciando quindi spazio a chi ha più bisogno. Alcuni esponenti della politica si sono però schierati contro questa possibilità, dichiarando che andrebbe a colpire una fascia di popolazione, già privata di alcune agevolazioni pensionistiche, e oltretutto andrebbe contro quanto promesso proprio dal governo, che aveva assicurato di non aumentare la pressione fiscale.

Australia vuole tassare camere da letto libere in case occupate da coppie di anziani, i cittadini protestano sui social
Proteste in Australia per la proposta di tassare le camere da letto libere nelle case dei nuclei familiari composti solo da due persone. Una misura che era stata pensata dopo la presentazione di uno studio sull’emergenza abitativa condotto dalla società Cotalty, che aveva stabilito che il 60% degli immobili nei quali vivono le persone più anziane, sarebbero composti da almeno due tre stanze più del necessario.
Eliza Owen, responsabile della ricerca, ha suggerito che una tassa potrebbe incoraggiare le persone a vendere e trasferirsi in case più piccole e risolvere il problema. Molti australiani hanno criticato fortemente questa ipotesi, soprattutto sui social, dove il malcontento è aumentato proprio dopo la pubblicazione dei dati e i cittadini hanno mostrato indignazione per una imposta che andrebbe a colpire gli ultrasessantenni, che nella maggior parte dei casi continuano a vivere in queste case di proprietà non solo per la difficoltà di vendita ma anche per avere l’opportunità di poter ospitare figli e nipoti che vivono lontano quando necessario.
