La vicenda sulle aziende apri e chiudi è stata trattata nella recente sentenza di quest'anno. Il fisco può chiudere d'ufficio lecitamente la P.IVA.

Le aziende definite “apri e chiudi” sono società costituite – nella maggior parte dei casi – al solo scopo di eludere il fisco. Spesso vengono intestate a soggetti nullatenenti cosicché non possano essere sottoposti ad alcun recupero forzato del debito.

É il caso dell’impresa a cui è stato notificato un provvedimento di chiusura della P.IVA d’ufficio dopo un attento accertamento fiscale e la supposizione di aver creato una società fittizia. La sentenza risale al 14 agosto di quest’anno ed è rappresentata dal numero 163.



La recente sentenza sulle aziende apri e chiudi

Le aziende cosiddette apri e chiudi – come già accennato – hanno l’obiettivo di riciclare il denaro o generare contante da poter conservare e senza pagare alcuna imposta tributaria, né tanto meno l’IVA.

Il caso di quest’anno ha sottoposto una società alla chiusura d’ufficio poiché era “potenzialmente fittizia”. L’Amministrazione fiscale ha ipotizzato la frode dopo aver analizzato alcuni punti critici, tra cui:



L’intestatario dell’impresa era nulla tenente e con un lavoro subordinato full time presso un’altra società, la sede legale risaliva ad un’attività di consulenza senza magazzino e né dipendenti, ed infine commercializzava la merce in Turchia, agli stessi cittadini un tempo clienti dell’impresa per cui era impiegato (riscuotendo tra l’altro il denaro in contanti).

La società faceva ricorso legale ai Giudici cercando di giustificare che il venduto prevedeva quelle modalità – prive di magazzino e personale – perché c’erano degli spedizionieri di fiducia che abbattevano gran parte dei costi con una intermediazione diretta.



La sentenza legale

I Giudici davano però ragione al fisco, sostenendo che c’erano fin troppe incongruenze, dalla transazione di oltre 1 milione di euro con ricavi – guarda caso – identici alla spesa, in contanti e una attività svolta non congrua a quella dichiarata (intermediazione anziché vendita al dettaglio e all’ingrosso di abbigliamento.

Attualmente è in corso il 1° grado, anche se la valutazione dei Giudici di Prato sembra esser palese, potendo ritenere lecito chiudere d’ufficio la P.IVA a fronte degli elementi valutati come “rischiosi per l’erario”.