Lecce, bambino morto dopo essere stato curato con l'omeopatia, genitori condannati per omicidio colposo, si erano affidati ad un oculista amico di famiglia
Bambino morto a 14 mesi per arresto cardiocircolatorio causato da una polmonite interstiziale virale curata con prodotti omeopatici. I genitori, residenti in una frazione del comune di Uggiano, in Salento, accusati di omicidio colposo per negligenza, hanno patteggiato due anni di reclusione. Secondo quanto emerso nella ricostruzione della vicenda fatta nel corso delle indagini, il piccolo, deceduto nel 2023, non era stato sottoposto ad alcun ulteriore accertamento nè visita specialistica, neanche dopo tre giorni di febbre molto alta, che era subentrata superando a tratti i 39 gradi.
I coniugi, di 42 e 52 anni, dichiarati contrari alle vaccinazioni e alle terapie farmacologiche tradizionali, si erano limitati infatti a consultare un oculista di fiducia, che aveva prescritto cure omeopatiche senza suggerire esami per stabilire quale fosse la patologia nè provvedere alla somministrazione di farmaci specifici per evitare complicazioni ma solamente prescrivendo una cura omeopatica. Per questo motivo, anche il medico è stato coinvolto nell’inchiesta e per lui è scattato il rinvio a giudizio.
Bambino morto per polmonite curata con l’omeopatia, genitori condannati
Condannati a due anni di carcere dopo patteggiamento i genitori del bimbo che morì dopo essere stato curato con l’omeopatia. Il piccolo di 14 mesi era affetto da una polmonite di origine virale che aveva provocato febbre molto alta, ma non fu eseguito alcun esame per stabilire la causa del problema.
Come suggerito da un oculista amico di famiglia, era stato somministrato solo un prodotto alternativo, che non aveva risolto il problema, ma aggravato i sintomi al punto di provocare un arresto cardiocircolatorio. Dalle indagini del Gip di Lecce è emerso inoltre che la coppia, che ha anche altri due figli, aveva portato il bambino in visita dal pediatra solo una volta dopo la nascita, e non aveva eseguito l’iter proposto dal medico di base degli accertamenti di routine, nè le vaccinazioni previste per neonati.
L’inchiesta era scattata dopo che la mamma nel 2023 aveva chiamato il 118 chiedendo aiuto per il figlio che non si svegliava, purtroppo all’arrivo dei sanitari non c’era già più nulla da fare e fu dichiarato il decesso in culla. Solo con l’autopsia fatta successivamente si ipotizzò il possibile coinvolgimento della coppia, nota anche per le posizioni no vax che ora è accusata di “negligenza, imprudenza e imperizia“.
