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Home » Economia e Finanza » Banche » BANCHE & POLITICA/ Il gioco lungo di UniCredit su Commerzbank

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BANCHE & POLITICA/ Il gioco lungo di UniCredit su Commerzbank

Nicola Berti
Pubblicato 30 Settembre 2024
Andrea Orcel, Amministratore delegato di Unicredit (Ansa)

Andrea Orcel, Amministratore delegato di Unicredit (Ansa)

La Germania è in difficoltà sia sul fronte economico che politico. Unicredit potrebbe aspettare il momento giusto per l'affondo su Commerzbank

Il primo tempo della partita ingaggiata da UniCredit su Commerzbank si è concluso certamente in vantaggio per il gruppo italiano (ma anche un po’ tedesco) pilotato da Andrea Orcel. Il primo contatto fra le due banche – venerdì, con al tavolo da Francoforte la nuova Presidente designata Bettina Orlopp – era esattamente quanto Milano aveva fissato come obiettivo della prima fase, dopo l’acquisto del 4,5% di Commerz dallo Stato tedesco e quindi la salita fino al 21% con acquisti sul mercato.


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Ma non è stata trascurabile, nel fine settimana, l’intervista data a Il Sole 24 Ore da Lars Feld, consigliere economico del ministro delle Finanze Christian Lindner, il formale venditore del pacchetto iniziale a UniCredit. Inequivocabile il giudizio tecnico di Feld: “Dall’unione più vantaggi che svantaggi per noi”. Ma più rilevante ancora è il segnale politico: a essere estemporanea, ancorché non banale, è stata la battuta di contrarietà a “UniCommerz” da parte del Cancelliere soacialdemocratico Olaf Scholz. Ma la notizia vera è stato il dissidio (a posteriori) di Scholz con il suo ministro e leader di Fdp, uno dei tre partiti della coalizione di governo. E Lindner aveva già ribattuto a stretto giro a Scholz che l’Esecutivo non può far nulla per bloccare un’operazione di mercato: Commerz potrà giudicare ostile ogni iniziativa di UniCredit, ma dovrà difendersi da sola.


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Si è comunque avuta conferma che la transazione fra l’agenzia statale tedesca per le privatizzazioni e UniCredit si è perfezionata in termini contrattuali ineccepibili. Esattamente era previsto negli accordi il lock-out sul restante pacchetto del 12%: Berlino ha detto di volersene liberare integralmente, ma una nuova offerta non potrà avvenire prima del 12 dicembre, trascorsi 90 giorni dal collocamento iniziale. L’intervallo della partita si preannuncia ora non breve e la sua agenda non è definita.

È possibile – ma non certo – che la Bce risponda alla richiesta di UniCredit di potersi portare al 29,9% in Commerz: alla soglia oltre cui scatta l’Opa obbligatoria. E può darsi che questo crei le condizioni perché UniCredit si faccia avanti per rilevare altre azioni statali di Commerz. Già il primo pacchetto è stato acquistato con premio sul valore di Borsa, il quale è ulteriormente salito. Su questo versante non è affatto sorprendente il favore del ministro delle Finanze tedesco: che non era affatto certo di poter trovare a breve un acquirente disposto a pagare un prezzo importante per una banca non di primo valore strategico (la presenza dello Stato in Commerz, dopo 15 anni, era legata a un vero e proprio salvataggio nel 2009). Entro il 31 dicembre nelle casse statali tedesche potrebbero invece entrare più di 2 miliardi da UniCredit.


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La cifra non è affatto irrilevante laddove Berlino è chiamata ad approntare una manovra 2025 problematica sia sul piano economico-finanziario (l’Azienda-Germania è in recessione e la grande industria prepara licenziamenti), sia su quello politico: all’avvio dell’ultimo anno di legislatura la coalizione Spd/Fdp/Verdi si presenta lacerata, tanto che nelle ultime ore è corsa perfino la voce di un avvicendamento alla Cancelleria fra Scholz e il ministro (socialdemorcatico) della difesa Boris Pistorius. Anche per questo UniCredit – consolidate le prime posizioni su Commerz – non ha fretta.

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Tags: Olaf ScholzUnicredit

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