Bankitalia, aumento in corso dei mutui e criteri stringenti
Una recente indagine di Bankitalia ha lanciato l’allarme sull’accessibilità delle famiglie italiane a prestiti e mutui. Tassi di interesse sempre più elevati e criteri molto più restrittivi aumentano i debiti, e costringono gli italiani ad utilizzare i risparmi in conto corrente. Anche l’Istat conferma l’emergenza: caro prezzi e inflazione stanno costringendo sempre di più privati ed imprese a tentare di ricorrere al credito bancario. Ma secondo gli ultimi dati diventerà più difficile avere soldi in anticipo dagli istituti finanziari. Un prevedibile aumento delle insolvenze e dei crediti non esigibili è un rischio che le banche non intendono correre.
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Più restrittive anche le regole che permetteranno di accedere alla richiesta di mutui per l’acquisto di immobili, domande in calo del 22%, complice sicuramente l’annuncio della BCE dell’aumento dei tassi di interesse. A febbraio si toccherà un massimo pari a 100 euro in più sulla rata rispetto a quella pagata nell’arco dei 12 mesi precedenti. L’allarme ha fatto scattare la soglia di attenzione anche della CRIF, centrale rischi e banca dati dei cattivi pagatori. Le banche dovranno effettuare sempre più controlli prima di concedere un finanziamento.
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BCE: tassi mutui in aumento, accesso al credito più difficile
I debiti degli italiani tra inflazione recessione e caro prezzi sono aumentati. Hanno superato la soglia dei 1000 miliardi di euro. La diminuzione del potere di acquisto ha costretto le famiglie ad intaccare i risparmi accumulati in conto corrente, o a svincolare investimenti. Chi non ha potuto risparmiare invece è stato costretto a richiedere prestiti e mutui, l’aumento delle domande di accesso al credito bancario ha comportato però non solo l’innalzamento dei tassi di interesse ma anche una necessaria revisione delle regole di accesso.
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Questo creerà in futuro ancora più difficoltà per i cittadini, soprattutto quelli che intenderanno acquistare una casa chiedendo un mutuo. Per i mutui a tasso variabile il costo salirà fino al 43% in più, comportando una sofferenza dei debitori ai massimi storici. Inevitabilmente in tutta Europa si verificherà una brusca frenata del mercato immobiliare ed una diminuzione drastica dei depositi bancari, già scesi dell’1,3% rispetto al 2021.