Secondo il professor Matteo Bassetti sarebbe meglio riaprire gli stadi di modo da evitare gli assembramenti fuori dagli impianti visti negli scorsi giorni
Il professore Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e membro dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria, ha commentato le immagini degli ultimi giorni riguardanti gli assembramenti fuori dagli stadi di calcio. Una situazione decisamente pericolosa alla luce della pandemia di covid in corso, e soprattutto, della curva che sembra stia lentamente risalendo, di conseguenza, secondo lo stesso, sarebbe necessario intervenire per arginare il problema. Parlando con i microfoni dell’agenzia Adnkronos, Matteo Bassetti ha quindi invitato il governo Mario Draghi a riaprire gli stadi: “E’ la seconda volta in una settimana che vediamo assembramenti fuori da uno stadio – le sue parole – purtroppo i continui divieti non aiutano, dopo un anno le persone sono esauste. Accade anche con i ristoranti, impedire alle persone una cena fuori non fa altro che spingerle a riunirsi in 20 a casa cosa bene peggiore”.
“Lo stesso vale per gli stadi – ha proseguito – un assembramento come quello visto ieri sera a Bergamo (per la partita di Champions League Atalanta-Real Madrid ndr) non possiamo escludere che porti ad un nuovo focolaio. Allora, mi chiedo, perché non riaprire in sicurezza gli stadi con protocolli precisi e puntali che possano permettere dove c’è la capienza, ad esempio 2mila persone in una struttura da oltre 20mila posti. Con distanze e mascherine ovviamente”.
BASSETTI: “CHIUDERE GLI STADI PORTA AD ASSEMBRAMENTI INCONTROLLATI”
Una proposta decisamente interessante quella di Matteo Bassetti e che sembra anche condivisibile, alla luce degli immensi spazi a disposizione all’interno degli stessi impianti. Il professore di Genova ricorda tra l’altro come già un’altra partita dell’Atalanta aveva portato ad una esplosione di casi: “Lo scorso anno era accaduto anche per una altra partita sempre dell’Atalanta che aveva portato ad un focolaio incontrollato. Mi sembra che chiudere gli stadi porta a questo tipo di assembramenti incontrollati di fronte – conclude il suo intervento – e questa scelta non ha portato a molti risultati. Dobbiamo tornare a fare attività in sicurezza”.