Secondo Gallup il benessere emotivo resta basso in tutto il mondo: i dati sulle emozioni negative ancora superiori a 10 anni fa
Il primissimo report stilato da Gallup – società di consulenza e analisi che lavora livello mondiale – sul benessere emotivo nel mondo sembra lasciar intendere la propensione alla negatività e all’infelicità resti piuttosto elevata in quasi tutti i paesi presi in esame, fortunatamente sotto la media che si rilevò durante la pandemia ma ancora superiore allo scorso decennio: i dati sono riferiti al 2024 e sono stati raccolti in 144 differenti paesi e territori; mentre oltre alla negatività il report di Gallup sul benessere emotivo ha preso in esame anche le emozioni positive.
Entrando subito nel merito del report sul benessere emotivo, è interessante notare che sul campione preso in esame l’emozione negativa maggiormente provata (39% delle risposte) è la preoccupazione, seguita (37%) dallo stress, dal dolore fisico (32%), dalla tristezza (26%) e della rabbia (22%): tutte e cinque le emozioni – come accennavamo prima – sono in calo rispetto ai picchi pandemici quando oscillavano tra il 42% di preoccupazione e il 24% di rabbia; ma restano ben superiori alla media degli ultimi 10 anni.
Infatti, guardando allo storico sul benessere emotivo si nota rapidamente che le quattro principali emozioni negative (escludendo il dolore fisico, piuttosto stazionario dal 2017 a questa parte) sono tutte superiori ai dati registrati prima del 2019 e – al contempo – almeno quattro punti percentuali superiori al dato del 2014; mentre nel 2006 – primo anno della rilevazione di Gallup – i dati oscillavano tra il 18% di rabbia e il 30% di preoccupazione.

Gallup: “Il benessere emotivo sembra essere direttamente collegato alla propensione alla pace in un paese”
Come anticipavamo prima, però, oltre alle emozioni negative nel report di Gallup sul benessere emotivo trova spazio anche la rilevazione delle emozioni positive provata dal medesimo campione precedente che sembra testimoniare come la propensione alla positività resti – comunque – nettamente superiore: se, infatti, l’88% dei rispondenti si è sentito “rispettato” e al contempo tra il 72 e il 73 per cento hanno sorriso, si sono divertiti o hanno riposato correttamente; il dato (per così dire) peggiore – e comunque pari al 52% – è relativo all’aver imparato qualcosa di nuovo.
Facendo fede a tutti questi dati, Gallup li ha anche comparati a quelli relativi al Global Peace Index e al Positive Peace Index elaborati dall’Institute for Economics & Peace che analizzano – da un lato – la propensione alla pace e – dall’altro – gli atteggiamenti che la rendono possibile e duratura: il risultato sembra confermare che là dove vi è un maggiore benessere emotivo, aumentano anche gli indicatori della pace; al contrario dei paesi in cui la negatività è dilagante e la pace piuttosto complessa.
