A "La Torre di Babele" la storica rivalità tra Bernini e Borromini: cosa sappiamo dei due scultori e architetti che plasmarono la Roma barocca
Tra gli assoluti – certamente non gli unici – geni artistici che la storia italiana può vantare il tutto il mondo, Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini sono passati alla storia per il loro fondamentale contributo nella costruzione architettonica della Roma che conosciamo oggi, autori di opere monumentali – come la Fontana dei quattro fiumi – e di edifici che hanno solcato i secoli – e come non citare, qui, il colonnato di San Pietro -; ma anche, questa sera, protagonisti della puntata di “La Torre di Babele” in onda su La7.
Proprio la trasmissione condotta da Corrado Augias, più che sull’opera messa in scena dai due scultori barocchi, parlerà di quell’altrettanto storica (e in parte leggendaria) rivalità che intercorreva tra Bernini e Borromini che probabilmente contribuì anche alla secolare riuscita delle loro opere in un tentativo costante di entrambi di superare l’altro e realizzare l’opera migliore, in grado di far sfigurare quella del rivale.
Una rivalità – quella tra Bernini e Borromini – che partì fin dagli antipodi della loro carriera e della loro collaborazione: il primo – forte di un padre influente e con allacci all’interno del Vaticano, oltre che delle sue innegabili capacità – crebbe a Roma e da subito riuscì a ottenere numerosi incarichi di altissimo livello; mentre il secondo dovette faticare, raggiungendo la (futura) Capitale a piedi, armato solamente del suo scalpello, di un carattere piuttosto schivo e di una ferma morale cattolica.
Le rivalità tra Bernini e Borromini: tra leggenda e storia, i due contribuirono a plasmare la Roma barocca
Proprio a Roma Bernini e Borromini si conobbero, ottenendo entrambi l’incarico di realizzare assieme il colonnato di San Pietro: fu lì che iniziò la loro rivalità perché dopo aver collaborato per diversi anni, Borromini scoprì che il futuro rivale si era intascato cospicue bustarelle saggiamente taciute e decise di abbandonare il prestigioso incarico per dedicarsi in solitaria alla sua arte; voltando anche le spalle a un Vaticano che all’epoca nutriva una ferma stima per Bernini.
Da lì la rivalità crebbe negli anni, combattuta a colpi di scalpello e consegnata alla leggenda della costruzione della Roma barocca: famosissime sono, per esempio, le leggende che vogliono che Bernini scolpì le statue della Fontana dei quattro fiumi in modo da sminuire (tra il Rio impaurito con le mani protese in avanti e il Nilo con il volto coperto da un drappo) la Chiesa di Sant’Agnese in Agone su cui si affaccia, realizzata da Borromini; leggende purtroppo false perché temporalmente la chiesa è successiva alla Fontana.
Mentre del tutto fondata è la storia che gravita attorno al Palazzo di Propaganda Fide che si trova in piazza di Spagna: fu una delle più importanti commissioni ottenute da Bernini all’apice della sua carriera, affacciato su quella che all’epoca era l’abitazione del rivale e “impreziosito” da due imponenti orecchie d’asino per lanciare un messaggio chiaro all’avversario; mentre Bernini non restò con le mani in mano e decise di scolpire sul suo edificio un altrettanto imponente fallo che costrinse il Vaticano a intervenire per chiedere la rimozione di entrambe le “opere”.