Quella di Bettino Craxi è una figura di vitale importanza per la storia del nostro paese. Non si può, infatti, pensare ad un’Italia repubblicana senza menzionare o tener conto dell’importanza e del valore di quello che è stato il leader del Partito Socialista Italiano, nonché presidente del consiglio. Dal 1983 al 1987, infatti, Bettino Craxi è stato a capo dell’esecutivo: fu il primo socialista a ricoprire il ruolo di presidente del consiglio in Italia. Craxi ha ricoperto inoltre il ruolo di presidente del consiglio europeo, per solamente sei mesi: è stato inoltre deputato con il PSI dal 1968 al 1994.
Come segretario del Partito Socialista Italiano è rimasto in carica dal 1976 al 1993. Bettino Craxi è un nome passato alla storia anche per altri aspetti negativi del suo operato: è stato coinvolto, infatti, nell’inchiesta di Mani Pulite, condotta dai giudici agli inizi del 1990. Proprio in merito a tale inchiesta, Craxi subì due condanne per corruzione e finanziamento illecito al PSI. Mentre altri quattro processi erano in corso, morì ad Hammamet, in Tunisia, dove era stato mandato in esilio. Fino all’ultimo il politico si difese dalle accuse, ammettendo però di essere a conoscenza del fatto che il PSI avesse accettato finanziamenti illeciti, come tanti altri partiti.
Bettino Craxi, chi è il leader del PSI: la morte ad Hammamet
Bettino Craxi è morto il 19 gennaio del 2000 ad Hammamet, dove era in esilio dal 1994. In Tunisia, l’ex presidente ha vissuto gli ultimi anni della sua vita. È morto a 65 anni per un arresto cardiaco a causa di una grave forma di diabete: come spiegato dal figlio, in Italia si sarebbe potuto operare e salvare ma il governo non accettò il suo rimpatrio dopo l’esilio. Allo stesso modo anche la Francia non accettò il suo trasferimento per essere curato. Morì così, in Tunisia, senza mai accettare fino in fondo il suo triste destino.