Biden propone di trasferire i fondi di Putin congelati all’Ucraina
Il presidente americano Joe Biden potrebbe aver trovato una soluzione per continuare a garantire aiuti all’Ucraina nella guerra contro la Russia, dopo che i Repubblicani in Senato hanno bloccato l’ultimo pacchetto proposto. Una soluzione che, in realtà, era già stata teorizzata e valutata nei mesi scorsi, ma che ora diventa più che mai un’esigenza anche perché, secondo gli esperti, la tenuta delle difese di Kiev, senza fondi americani, sarà piuttosto scarsa.
Quindi Biden, per uscire dall’impasse in cui è finito, vorrebbe prelevare, con l’aiuto del G7 che l’anno prossimo sarà diretto dall’Italia, i circa 300 miliardi di dollari congelati a Vladimir Putin e alla Russia in occasione dell’invasione dell’Ucraina. Fondi che si trovano, attualmente, dislocati in parte nei territori europei ed in parte negli USA, che varrebbero complessivamente 5 volte tanto i fondi che erano stati chiesti per l’ultimo pacchetto di aiuti. Il prelievo teorizzato da Biden dei fondi congelati a Putin per la guerra in Ucraina è teoricamente possibile e legale (anche perché si tratta di dollari ed oro, tutti congelati”, ma ovviamente costerà anche una reazione proporzionale da parte del presidente della Russia.
L’economista Shiller: “Rischiamo di svalutare il dollaro e raffozare la Russia”
A parlare dei rischi del prelievo dei fondi di Putin per finanziare l’Ucraina proposto da Biden è stato il premio Nobel per l’economia Robert Shiller, anche docente a Yale, sulle pagine di Repubblica. Sarebbe, a suo dire, “un’azione moralmente giusta” ma che nasconde anche “tante incognite“, oltre a numerosi rischi, tanto per gli USA, quando per il resto dell’economia mondiale, ragioni per cui “non riesco a convincermi che questa sia la via da battere”.
Parlando dei rischi di un simile prelievo di fondi di Putin, seppur congelati, da parte di Biden, peraltro per finanziare l’Ucraina, sottolinea che “sarebbe la conferma al leader russo che quella che si sta combattendo è una guerra per procura“. Avrebbe, inoltre, gli “effetti di un cataclisma sul sistema dominato dal dollaro” perché darà ai paesi che convertono i loro risparmi in valuta americana “il segnale che domani potrebbe farlo a chiunque“. Insomma, se Biden usasse veramente i fondi di Putin per finanziare la resistenza ucraina, si compierebbe “il primo passo verso la de-dollarizzazione” con il pontenziale effetto collaterale di “compattare intorno alla classe dirigente russa un’insperata popolarità” dato che gli USA si arrogherebbero il diritto di “far pagare alla povera gente i disastri compiuti dal governo”.