Una bimba di soli 7 anni è morta, uccisa in Birmania, in Myanmair. La piccola, come riportato dai principali media italiani e internazionali, a cominciare dall’agenzia Ansa, sarebbe stata ammazzata mentre si trovava in braccio al padre, raggiunta da un proiettile vagante. La tragedia si è verificata di preciso in quel di Mandaly, dove alcuni militari hanno fatto irruzione nella casa del padre della vittima, facendo fuoco contro di esso: qualcosa deve essere andato storto visto che le forze armate, invece di colpire il loro obiettivo, hanno appunto sparato alla piccola, uccidendola pressochè all’istante.
La bimba si chiamava Khin Myo Chit ed è al momento la vittima più giovane della repressione violenta delle forze militari birmane dopo il colpo di stato che ha visto l’arresto del leader Aung San Suu Kyi. L’agente era entrato nell’abitazione con l’intento di arrestare il fratello della vittima, un ragazzo di 19 anni, e suo padre; il giovane è stato in seguito colpito alla testa e fermato, non provando così alcuna pietà nonostante gli fosse stata uccisa la sorellina.
BIMBA DI 7 ANNI UCCISA IN BIRMANIA: IL TRAGICO RACCONTO
Il raid è avvenuto in un quartiere popolare, Aung Pin, abitato da alcuni civili che non avrebbero avuto nulla a che fare con le manifestazioni in corso nel paese. I militari hanno fatto irruzione nella casa della famiglia buttando giù la porta a calci, per poi intimare ai presenti di sedersi. Hanno quindi chiesto al padrone di casa quanti fossero in casa, accusandolo poi di mentire quando questi ha risposto che fossero in sei. A quel punto, dopo una breve ispezione, hanno aperto il fuoco, colpendo appunto la bimba. “Non abbiamo potuto impedirgli di prenderlo” ha raccontato la sorella maggiore di Khin Myo Chit, commentando l’arresto del 19enne fratello. Gli agenti hanno infatti minacciato ulteriormente la famiglia: “Volete che spariamo ancora?” hanno chiesto, prima di andare via.