Simone Bini Smaghi (Arca Fondi Sgr) al Salone del Risparmio 2023 sul welfare e l'importanza della previdenza complementare: "Rendere Fondo Pensione quasi obbligatorio, governo intervenga"

Investimenti e fondi pensione: mai come oggi si sente la necessità di un welfare complementare. Il governo può e deve agevolare questa tradizione secondo Simone Bini Smaghi, vice direttore generale di Arca Fondi Sgr, una delle principali realtà nel panorama del risparmio gestito italiano, nonché tra i relatori del Salone del Risparmio 2023, che si è tenuto dal 16 al 18 maggio a Milano. «Dobbiamo partire dai numeri perché sono rilevanti. Il rapporto annuale ci fa capire bene che la sostenibilità del welfare in Italia è impossibile con una evoluzione demografica che vede una popolazione diminuire a ritmi estremamente rapidi», ha dichiarato Bini Smaghi. Dunque, appare evidente come il welfare italiano non sia sostenibile: «Avremo in futuro per i giovani prestazioni ridotte. Ecco che lo Stato deve intervenire per far sì che i giovani, in particolare, abbiano tutti la previdenza complementare».



Attualmente solo un giovane su 3 ha la previdenza complementare, quindi l’auspicio di Bini Smaghi è che il governo intervenga. «Se non lo fa, fra 20-30 anni avremo veramente una situazione di una fascia della popolazione in povertà». Il governo Meloni deve intervenire per il vice dg di Arca Fondi Sgr, «usando tutti gli strumenti che ha a sua disposizione», ad esempio «incrementando le agevolazioni che oggi sono disponibili per tutti».



PREVIDENZA COMPLEMENTARE, “SERVE ANCHE EDUCAZIONE FINANZIARIA”

Secondo Simone Bini Smaghi servono «agevolazioni maggiori per i giovani, per incentivarli a fare per evidenza complementare». Al Salone del Risparmio 2023 ha suggerito al governo di «fare più cultura, perché ci deve essere una presa di coscienza veramente a 360 gradi». Questo vuol dire anche affidare un ruolo maggiore al welfare in Italia. «Oggi 200 miliardi che hanno i fondi pensioni rappresentano poco più del 15% del prodotto interno lordo, invece in altri paesi la percentuale è oltre il 100%», ha osservato il vice direttore generale di Arca Fondi Sgr. Maggiori risorse e welfare sono anche «un volano per sostenere la crescita dell’economia, finanziare le imprese che hanno bisogno di capitali per sostenere la loro sviluppo sui mercati internazionali». Anche un’educazione finanziaria che sensibilizzi i giovani, che non pensano in giovane età al tema della previdenza, potrebbe essere utile per Bini Smaghi. «Dobbiamo trovare uno strumento che renda quasi obbligatoria l’adesione alla Fondo Pensione, alla previdenza Complementare per i giovani».



In collegamento dal Salone del Risparmio 2023, Bini Smaghi ha chiarito la situazione attuale, cosa succede quando un giovane viene assunto: «Il suo datore di lavoro chiede di compilare una casella dove destinare il proprio Tfr, ma non viene spiegato che cosa vuol dire quella scelta. Quindi, molti giovani fanno questa scelta senza capirne l’obiettivo e spesso fanno una una scelta di astenersi, lasciando il Tfr in azienda. Paradossalmente per le aziende con 50 dipendenti vuol dire versarlo all’Inps, quindi viene messo nella finanza collettiva, nella finanza pubblica, senza invece accantonarlo per scopi specifici». Ciò rende l’idea dell’importanza della cultura e della leva fiscale, far capire ai giovani la scelta che devono compiere, perché la «fanno per il loro futuro».