Da quasi un mese su Netflix è disponibile "Black Rabbit", serie che ha come protagonisti Jude Law e Jason Bateman

Black Rabbit è una delle produzioni targate Netflix più riuscite di questa stagione (8 episodi di circa un’ora, disponibili dal 18 settembre), una di quelle serie che cattura fin dal primo episodio per atmosfera, scrittura e soprattutto per la presenza di due grandi attori, Jude Law e Jason Bateman.

Creata dallo stesso Bateman insieme a Zach Baylin (già sceneggiatore di King Richard), la miniserie narra – tra il racconto thriller e il dramma familiare – del rapporto difficile di due fratelli, cresciuti insieme ma ora divisi da destini diversi: uno ha avuto successo, l’altro ha una vita da relitto della società. Questa storia di fratellanza, colpa e redenzione è ambientata in una New York notturna, affascinante e pericolosa come non l’abbiamo mai vista. E trattandosi di New York – il set cinematografico per antonomasia – rappresenta davvero una bella sorpresa.



Come dicevamo, al centro del racconto ci sono i fratelli Friedken: Jake (Law), uomo di successo, proprietario di un ristorante alla moda, il Black Rabbit, tutto ordine e controllo, e Vince (Bateman), l’opposto assoluto, un ex musicista consumato dall’alcol e dalle droghe con il vizio del gioco, che riappare nella sua vita dopo anni di silenzio. Da quel ritorno nasce un effetto domino che travolge entrambi, costringendoli a fare i conti con il loro passato mai del tutto risolto.



Law offre una delle sue interpretazioni più efficaci e cariche di tensione emotiva: il suo Jake vive in equilibrio costante tra la compostezza del manager, la bella vita newyorkese, i progetti per nuovi ristoranti di lusso e il tormento per il fratello maggiore, di cui ha sempre dovuto occuparsi, rimettendo insieme i cocci della sua vita dissoluta. È un personaggio costruito con grande sensibilità, e Law riesce a rendere tangibile il peso della responsabilità che lo divora dall’interno.

Black Rabbit, la serie disponibile su Netflix

Bateman, dal canto suo, mette da parte la consueta ironia che lo ha reso celebre in Ozark e nelle sue commedie passate, per dare vita a un Vince fragile, imprevedibile, spesso sgradevole ma tremendamente umano. Il suo volto segnato e lo sguardo ferito raccontano solo in parte la sua umanità: è un uomo che si aggrappa disperatamente all’idea di poter ancora cambiare, di poter “pagare” tutti i suoi conti in sospeso. Ma sa di non esserne capace.



La forza della serie sta tutta nel legame tra i due fratelli, così diversi, ma uniti da un amore profondo che li lega alla madre e da un rancore per tutti i torti subiti e che non si dimenticano. Ogni scena è di un realismo quasi fisico – gli sguardi, i silenzi, i gesti – e il risultato è una tensione emotiva che non si spegne mai, nemmeno nei momenti più quieti. La New York notturna che fa da sfondo a Black Rabbit diventa un personaggio a sé, con i suoi locali di lusso e i vicoli oscuri, un mondo dove tutto sembra luccicare e marcire allo stesso tempo.

Accanto ai due protagonisti di Black Rabbit  brillano anche alcune presenze femminili che aggiungono sfumature al racconto. Dagmara Domińczyk, nei panni di Val, l’ex moglie di Jake, incarna la donna che ha imparato a convivere con le ferite invisibili di quel matrimonio; Cleopatra Coleman è Estelle, interior designer del ristorante Black Rabbit e fidanzata di Wes, grande amico dei fratelli Friedken, dolce e sensuale in contrasto con la durezza del mondo che la circonda. Amaka Okafor nel ruolo di Roxie, la chef del Black Rabbit.

Sono tutti ruoli apparentemente marginali, ma che sono fondamentali per comprendere le fragilità dei due fratelli e per restituire al racconto un punto di vista emotivo femminile di grande efficacia.

Black Rabbit è una serie costruita con cura: la fotografia mozzafiato, la colonna sonora, il ritmo teso ma mai artificioso. Ogni dettaglio concorre a creare un’atmosfera sospesa, quasi da noir esistenziale. E anche quando la trama sfiora certi cliché del genere crime, Bateman e Law riescono sempre a riportare tutto su un piano più profondo, più umano. È raro vedere due interpreti così diversi per stile e carriera incontrarsi su un set e trovare un equilibrio perfetto.

Black Rabbit è una riflessione sul legame familiare, sulla responsabilità e sul prezzo delle scelte sbagliate. Ma è anche una dimostrazione di come sia ancora possibile, quando si mette insieme una buona scrittura e interpreti di talento, sorprendere e commuovere. Law e Bateman, le due star ormai nel pieno della loro maturità artistica, regalano una performance che resterà, e che fa di questa serie una delle esperienze più intense e coinvolgenti dell’anno.

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