Bonomi: “Non c’è nessuna recessione”
Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, parlando con il direttore del Sole 24 Ore in occasione del 29esimo congresso Assiom Forex, ha riflettuto sull’attuale situazione economica dell’Italia. Secondo il numero uno di Confindustria, che cita proprio le analisi condotte dalla sua azienda, il 2023 si dimostrerà un anno positivo, in cui l’Italia tornerà a crescere, contro le peggiori previsioni degli analisti internazionali.
“Vediamo un 2023 positivo“, spiega Bonomi, “le previsioni non sono così negative come si pensava”, sostenendo inoltre che “non ci sono i numeri per parlare di recessione“. Tuttavia, avverte anche sul fatto che, affinché le sue stime si rivelino corrette, occorrono degli importanti investimenti e delle riforme strutturali da parte del Governo. Le condizioni perché la ripresa sia effettiva, spiega Bonomi, sono soprattutto tre: i costi dell’energia non devono crescere ancora, i giusti interventi di politica industriale e che si effettuino correttamente gli interventi per la transizione ecologica. Ora, infatti, stiamo ancora scontando “il picco del gas di agosto 2022″, una situazione che migliorerà in modo “molto importante” a partire da settembre.
Carlo Bonomi: “Occorrono investimenti e riforme”
“Se hai un asset del paese”, spiega Bonomi parlando dell’industria manifatturiera in Italia, “devi investire su quello: ci sono problemi esogeni che creano incertezza, chiediamo al governo di puntare sugli investimenti, la competitività è fondamentale per il futuro del paese e della Ue”. Investimenti che arriveranno soprattutto con i fondi del Pnrr, 200 miliardi, che secondo il numero 1 di Confindustria, “è importante che vengano messi a terra”.
Il problema degli investimenti, spiega ancora Carlo Bonomi, è che in Italia “per fare un’opera pubblica superiore a 100 milioni ci mettiamo più di 15 anni”, aprendo all’esigenza di nuove riforme da parte del Governo per rendere l’Italia più efficiente e moderna. Parlando nuovamente dell’inflazione, invece, Bonomi spiega che “la nostra è importata. Se si guarda all’inflazione al netto dei costi dell’energia e degli alimentari, il tasso è poco più alto del 5 per cento. Noi stimiamo che possa calare in modo importante da settembre anche tenendo conto anche di questi costi”. Sulla Bce e sull’aumento dei tassi d’interesse, spiega che “qualcuno si era illuso di poter vivere con tassi negativi”, ma crede anche che “non si può pensare di fare una politica monetaria uguale per tutti”.