L'Italia rischia di commettere una infrazione in merito al bonus caldaie e i mancati chiarimenti. Serve un'integrazione.
Da Bruxelles arriva un rimprovero per l’Italia, che pare non abbia rispettato a pieno i divieti legati al bonus caldaie, permettendo di poterlo “aggirare” con altri sistemi o comunque non facendo la dovuta chiarezza.
La Commissione Europea ora osserva i movimenti del nostro Bel Paese, sperando che il Governo Meloni possa rispettare la Direttiva EPBD. Non si tratterebbe di un inadempimento fiscale (su quello l’esecutivo è stato molto preciso), ma su una minor trasparenza.
Come si sta muovendo l’Italia per il bonus caldaie?
La Commissione Europea ha sancito il divieto di applicare il bonus caldaie a condensazione definite “stand alone”, ovvero gli impianti che non rientrano tra gli ibridi e considerati di conseguenza “inquinanti”.
La diatriba con Bruxelles sarebbe più ampia perché il Governo Meloni ha riferito di aver già eliminato gli incentivi previsti per le Ristrutturazioni e l’Ecobonus contenente i divieti previsti dall’UE. Ma dalla Commissione giungono delle perplessità in merito al rispetto della normativa green.
Nello specifico l’Europa storce il naso sugli incentivi ancora validi, ovvero il Conto Termico 2.0, delle regole standard che vadano a cancellare gli incentivi (non solo di natura fiscale) e i contributi destinati alle Pubbliche Amministrazioni sul montaggio delle caldaie a condensazione.
L’Italia a rischio di commettere una infrazione
L’Ungheria, l’Estonia e l’Italia potrebbero commettere un illecito sulla direttiva EPBD. Come già accennato, nessuno dei tre Paesi (almeno apparentemente), sarebbe in linea con le normative green, che prevedono il rispetto di alcune regole piuttosto severe sull’inquinamento di alcuni sistemi come le caldaie.
Tutti e tre dovranno inviare – entro 2 mesi – delle integrazioni o rettifiche, che possano comprovare il nuovo adeguamento, così da evitare una possibile fase successiva, che consisterebbe nella procedura di infrazione davanti alla Corte di giustizia.
Il nostro Bel Paese dovrà fare i conti con Bruxelles sui chiarimenti del bonus caldaie ma anche sul piano della ristrutturazione delle case green, di cui oggi è disponibile soltanto una bozza (tra l’altro stilato in ritardo).