Il bonus per l'asilo nido sta facendo riscuotere dei problemi sui rimborsi 2025. Ecco cosa sta accadendo e perché i pagamenti sono sospesi.
Stanno cambiando i requisiti per ottenere i rimborsi del bonus nido 2025, in merito alla spesa sostenuta dalle famiglie. Essendo la normativa retroattiva, anche chi ha fatto domanda nel 2024 deve adeguarsi alle nuove disposizioni (ed è proprio questo il problema).
La nuova normativa impone che parte della somma da dover restituire dev’essere richiesta personalmente da colui che ha sostenuto la spesa. Eppure l’anno scorso non era previsto, ecco perché sta avvenendo la famosa “sospensione” da parte del fisco italiano.
Il problema sul bonus nido 2025 e i rimborsi

Le famiglie che hanno fatto richiesta per il bonus nido 2025 e a cui ora tocca ricevere i rimborsi potrebbero avere dei “problemi”. All’interno dell’area riservata è possibile consultare lo stato della domanda e secondo tanti beneficiari si legge da tempo “in lavorazione“.
Molti potenziali riceventi sono preoccupati dal ritardo, e soprattutto dall’assenza di una reale promozione o comunicazione al riguardo dei nuovi requisiti ma soprattutto della modifica retroattiva. A pensarla così sono anche i patronati e i CAF che denunciano “il poco tempo” per adeguarsi.
L’INPS ha però smentito la bufala che circolava in rete, ovvero che non ci fossero abbastanza fondi per poter coprire ed esaudire ogni richiesta. Invece lo stesso ente ha confermato che i ritardi sono dovuti alle nuove disposizioni sulla verifica della documentazione.
Quanto ancora c’è da aspettare?
Secondo alcune indiscrezioni l’ente dovrebbe riuscire a sbloccare i pagamenti e dunque provvedere agli accrediti tra la fine del mese di luglio e gli inizi di agosto. Naturalmente è da prendere con le pinze, visto che le verifiche saranno più approfondite.
Il controllo dei documenti deve dare un riscontro impeccabile, ovvero intestazioni in linea, dati realmente combacianti con il nome riportato in fattura e chiaramente delle prove che possano comprovare il pagamento.
In mancanza di una di queste osservazioni, il rischio è quello di vedersi perfino bocciare la pratica. Naturalmente a ciò, non deve mai mancare l’attenzione alla scadenza per poter far domanda, che è prevista al 30 di luglio.
