Il migrante 29enne del Bangladesh che abusò di una bimba di 10 anni a Brescia ha ottenuto il rito abbreviato: racconterà al giudice per raccontare
Fu un fatto che sconvolse l’intera comunità di Brescia e – soprattutto – la piccolissima vittima, sul quale però sembra che ora il carnefice (che mai ha negato gli addebiti a suo carico) abbia qualcosa di diverso da raccontare: la sede sarà, ovviamente, quella del tribunale di Brescia che vedrà il prossimo 30 settembre sedersi sul banco degli imputati un migrante 29enne bangladese accusato di aver abusato di una bimba di 10 anni che sarebbe rimasta – addirittura – incinta.
Partendo dal caso in sé, è utile ricordare che tutto risalirebbe allo scorso autunno quando il centro di accoglienza per migranti di Brescia – oggi chiuso perché i gestori sono andati in pensione – finì sulle pagine di tutti i giornali: dalle ricostruzioni, infatti, si scoprì che tra quelle stanze tecnicamente sicure il 29enne bangladese dopo aver ottenuto la fiducia dalla bimba di 10 anni e della madre, abusò della piccola.
Dal conto suo, la bimba ha cercato di mantenere il segreto il più a lungo possibile, ma alla fine la verità è venuta a galla quando la mamma ha iniziato a insospettirsi del comportamento della piccola e l’ha portata – per un visita di controllo – in una clinica di Brescia: lì i medici l’avrebbero informata della gravidanza e la piccola ha raccontato tutto; mentre poco dopo si è risaliti al 29enne che è stato arrestato e portato nel penitenziario locale in attesa di giudizio.
Brescia, abusò di una bimba di 10 anni: il migrante vuole essere sentito dal giudice, assieme a un testimone
Come dicevamo prima, il 29enne bangladese – dopo l’iniziale scelta di non rispondere – non ha mai negato le accuse a suo carico per quanto accaduto all’interno del centro di Brescia e dopo i consueti temi della giustizia, ieri si è celebrata l’udienza preliminare in cui l’uomo (difeso dal dottor Davide Scaroni) ha chiesto il rito abbreviato: una possibilità concessa dal giudice e che gli permetterà di ottenere uno sconto di pena; ma al contempo subordinata a tre precise richieste.

Il 29enne bangladese responsabile dell’abuso a Brescia, infatti, desidera raccontare la sua versione dei fatti davanti al giudice, avvalendosi anche di un testimone terzo mai sentito e che – a suo avviso – sarebbe a conoscenza dei fatti; mentre il legale che lo assiste ha chiesto anche che siano acquisite sia la copia forense del cellulare dell’uomo – nel frattempo conservato dalle autorità – e che siano messi agli atti i filmati di sorveglianza del centro: i motivo, per ora, è ignoto e per conoscerlo si dovrà attendere il prossimo 30 settembre, giornata dell’udienza con rito abbreviato.
