Il biologo Enrico Bucci sul dossier contagi nelle scuole: “Casi nelle aule esattamente come in altri contesti sociali”.
Nel corso delle ultime settimane si è a lungo discusso del peso dei contagi nelle scuole sulla seconda ondata di coronavirus, Enrico Bucci non ha dubbi: le lezioni in presenza non hanno colpe. «Non vi è un eccesso di contagi nelle scuole italiane rispetto ad altre situazioni: i casi si sono diffusi nelle aule esattamente come in altri contesti sociali», il giudizio del biologo e divulgatore scientifico ai microfoni di Repubblica: insieme ad altri ricercatori ha riordinato tutti i dati disponibili sui contagi al 31 ottobre, andando a vedere come i casi positivi si sono distribuiti nella popolazione scolastica e nella popolazione non scolastica. Bucci ha messo in risalto che «l’incidenza è esattamente la stessa, dentro e fuori le scuole»: «Se su un grafico si mettono in ascisse i casi nella popolazione non scolastica e in ordinate i casi nella popolazione scolastica, le diverse regioni si collocano su una retta, la cui pendenza è proprio il rapporto tra il numero di chi va a scuola e chi no. Un andamento che conferma quanto detto: nella scuola ci si contagia esattamente come altrove».
ENRICO BUCCI: “GLI STUDENTI NON SONO STATI DIFESI”
Nel corso dell’intervista rilasciata a Repubblica, Enrico Bucci ha sottolineato che la seconda ondata di coronavirus è iniziata ben prima della metà di settembre e quindi è più legata ai comportamenti estivi che al ritorno in classe. «Le scuole non sono più a rischio di altri luoghi. Si possono riaprire adottando misure adeguate: il tracciamento, l’individuazione dei casi e il loro isolamento. Se però la circolazione virale torna alta, al di sopra di una certa soglia, allora cresce il pericolo di infettarsi a scuola, così come in qualsiasi altro contesto sociale», ha aggiunto il biologo, che però ha da recriminare al ministro Lucia Azzolina: «La scuola non è stata difesa, non si è fatto abbastanza per metterla in sicurezza, tanto che in termini di contagio è diventata come tutti gli altri luoghi non protetti».