Settant'anni fa usciva negli Stati Uniti il film "Caccia al ladro" di Alfred Hitchcock, con protagonisti Cary Grant e Grace Kelly

Ricordiamo oggi un film divenuto per caso crocevia di incontri e coincidenze, importanti e fatali per la vita e il destino (nulla a che fare con il romanzo di Vasilij Grossman) di un’attrice culto degli anni Cinquanta. Si tratta di Caccia al ladro (To Catch a Thief) di sir. Alfred Hitchcock, uscito i primi di agosto di settant’anni fa. E l’attrice in questione è, ovviamente, Grace Kelly.

Dichiarava il regista, nel famoso libro-intervista di Francois Truffaut: “Ho fotografato Grace Kelly impassibile, fredda, e la faccio vedere il più delle volte di profilo, con un’aria classica, molto bella e molto gelida”, sostenendo poi che la stessa poteva sorprendere, nella scena successiva, per improvvisa e imprevista audacia. Per la sua innata capacità di rappresentare una sensualità elegante, sofisticata, ma all’occorrenza anche carnale, la Kelly era alquanto ammirata dal regista suo mentore, che per ciò amava definirla “ghiaccio bollente”, e l’ha utilizzata in tre memorabili film sfruttando al massimo tale caratteristica. Ma la vera sorpresa doveva palesarsi nella vita reale.

Durante le riprese di Caccia al ladro, che per le numerose sequenze in esterni fu girato nel maggio-giugno del 1954 in Costa Azzurra, dove la troupe fissò il suo quartier generale all’Hotel Carlton di Cannes, Grace conobbe il Principe Ranieri di Monaco. Fu questo il primo evento fatale che il film, involontariamente, mise in moto: l’eterea attrice americana sposò nel 1956 il Principe, divenendo così Principessa e cessando per sempre di essere attrice, nonostante le reiterate proposte di Hitchcock stesso e di altri registi per un trionfale ritorno sul set.

Posto che il primo evento ricordato riguardi la vita, il secondo riguarda invece il destino ultimo. Grace Kelly morì infatti in un incidente automobilistico nel settembre del 1982, all’età di soli 52 anni, avvenuto lungo la panoramica Moyenne Corniche che collega il Principato di Monaco a Nizza. La stessa strada su cui, nel film, venne ambientata la lunga sequenza dell’inseguimento, nella quale era Grace stessa, nei panni del suo personaggio, a guidare spericolatamente – ma solo nella finzione cinematografica – una Sunbeam Alpine decappottabile per sfuggire agli inseguitori.

Il film nasce da due scommesse, una strettamente tecnica (il nuovo sistema di riprese panoramico Vistavision, concepito per contrastare la crescente attrattiva esercitata dalla tv) e l’altra sul piano della scelta del genere entro cui muoversi. Con Caccia al ladro, infatti, Hitchcock ritorna alla commedia sofisticata, pur con l’immancabile trama da romanzo giallo, già esperita con poco successo nel periodo inglese.

La sceneggiatura di John Michael Hayes, adattamento dell’omonimo romanzo di David Dodge, si fonda su un meccanismo narrativo tipicamente hitchcockiano: il focus del racconto non verte tanto sulla ricerca del ladro vero, piuttosto si sposta sulla verifica degli spostamenti e dell’identità del ladro presunto.

John Robie detto il Gatto (Cary Grant) è un ex ladro di gioielli, attivo sulla Costa Azzurra negli anni Quaranta, che si è guadagnato la libertà e il rispetto della polizia locale per gli atti eroici compiuti durante la resistenza. Quindici anni dopo, epoca di ambientazione della vicenda, vive una tranquilla esistenza in una casa nell’entroterra con vista mare. Ma una serie di furti effettuati con la sua vecchia tecnica – quella di passare sui tetti delle ville – riporta su di lui l’attenzione della polizia. Robie il Gatto si è rimesso all’opera?

Tra chi cerca di scoprirlo c’è anche una bella giovane ereditiera americana (Grace Kelly), in vacanza con la denarosa madre, convinta che il ladro sia ancora il Gatto; mentre Robie stesso si mette sulle tracce di chi sta usando la sua leggendaria fama per svaligiare le casseforti dei ricchi turisti. Alla fine Robie aiuterà sia la polizia che l’agente dei Lloyd’s a catturare il vero ladro (anzi, la vera ladra), mentre la giovane americana, innamorata fin dal primo incontro e convintasi poi della sua innocenza, riuscirà a farsi sposare.

In questo felice connubio tra commedia romantica e film poliziesco troneggiano i due protagonisti, in splendida forma. Cary Grant e Grace Kelly apportano infatti a Caccia al ladro quei tocchi di classe ed eleganza che rendono piacevole e naturale una storia del genere.

Da segnalare lo splendore della fotografia, caratterizzata da colori particolarmente carichi, con studiatissimi tagli di luci e di ombre, che conferisce al film tutto quell’aria di spensieratezza e vaga ironia, come una sorta di giallo d’appendice. Una fiction consapevole del proprio ruolo di svago appassionante, al pari di un gigantesco fumetto. Meritatissimo il premio Oscar al direttore della fotografia Robert Burks, abituale collaboratore del regista.

In definitiva con questo film, Alfred Hitchcock non ha nulla di particolarmente nuovo da dimostrare sul piano narrativo e dei contenuti in genere, ma come spesso capitato ai grandi registi, mette in campo semplicemente qualcosa di interessante da seguire e, soprattutto, meraviglioso da guardare.

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