La Fiorentina trova la sua prima vittoria in Champions League. Troppo tardi per proseguire il cammino sul grande palcoscenico europeo, abbastanza per andare avanti al piano di sotto, raggiungendo ai sedicesimi le 24 squadre che supereranno i gironi di Uefa. L’1-0 sulla Steaua dà segnali positivi a Prandelli che, oltre ai tre punti, ha ritrovato un grande Vargas. E chissà che lungo la loro strada i viola non incrocino più avanti quel Milan che proprio in estate ha ceduto al club di Della Valle l’uomo fondamentale di questo avvio di stagione dei gigliati. Alberto Gilardino ha spinto ieri il pallone in rete per la quarta volta in questa edizione di Champions, la quinta tenendo conto dei preliminari. Otto presenze, cinque reti. In rossonero le statistiche dicono 28 presenze e 4 gol in tre anni.
Sicuramente il 26enne biellese non ha trovato a Milano la forma migliore, ma la media realizzativa del Gila, che in campionato è già giunto a quota 11 marcature, non può non destare qualche rammarico in casa Milan, dove Ancelotti sta ancora cercando di dare un assetto al suo attacco e dove una punta con le sue caratteristiche risulterebbe in questo momento molto utile (anche perché, va detto, l’infortunio di Borriello non ha certo aiutato). Il violino invece suona ora in Toscana, una sinfonia che è già entrata nelle orecchie della Fiesole che, visto anche il rendimento alterno di Mutu e le voci di mercato che lo accompagnano da quest’estate, hanno oramai eletto il campionde del Mondo come loro beniamino. La stagione migliore di Gilardino fu il 2003/04 quando, con la maglia del Parma, tra campionato e coppe arrivò a 26 reti. Quest’anno ne ha già totalizzate 16 e l’obiettivo oramai dichiarato è rendere questa la sua stagione migliore. Qualcuno, dalle parti di via Turati, sta forse riconsiderando la possibilità che non fosse un giocatore finito.