In questi anni il Milan ha portato avanti la politica (salvo rari casi, vedi Kakà, Tiago Silva e Pato) di prendere subito campioni affermati, atteggiamento che ha permesso alla società rossonera di primeggiare in Europa. Sono arrivati anche molti giocatori, fra questi Emerson e Sheva, pronti a svernare a Milano e si sono allontanate lungo il percorso delle pedine importanti: si possono citare, solo per fare alcuni nomi, Sammarco, Donadel e Marzoratti. Nella rosa del Milan attuale ci sono elementi interessanti come Matteo Darmian, un prodotto del vivaio che non ha però mai trovato spazio, pur nello stato di emergenza che ha afflitto la difesa del diavolo. Dei vari Mattioni, Cardacio e Viudez non abbiamo avuto notizie. Le valutazioni si possono allargare alle comproprietà e ai prestiti sviluppati dal Milan. La sintesi, però, di tutto questo ragionamento è che sono stati ripetuti molti errori anche a livello societario. Buon per Galliani e Braida che Berlusconi si sia lentamente disinteressato della squadra. I due, artefici dei successi milanisti, hanno inanellato una serie di errori importanti. Le colpe non possono ricadere, quindi, solo sull’operato dell’allenatore. A Milanello c’è aria di epurazione. Milanlab non ha prodotto risultati esaltanti o meglio non ha dato quello che tutti si aspettavano, cioè la prevenzione degli infortuni. Il campionato, a differenza da quanto si dice pubblicamente, sta diventando un problema: ai tifosi non piacerà certo essere raggiunti in pochi anni dai cugini nerazzurri nella bacheca degli scudetti vinti. Va bene essere il club più titolato al mondo, ma fino a quando? Con quali prospettive? Il popolo rossonero vuole un cambiamento radicale. O la proprietà si defila completamente (non è ancora tramontata l’ipotesi, anticipata da ilsussidiario.net, del re dei dolci Ferrero) o ai vertici si cambia. Leonardo, molto stimato dal presidente Berlusconi e da tutta la squadra, a questo punto non sarà più dietro le quinte e avrà un incarico diretto in prima squadra (al posto di Braida?). Non farà l’allenatore, anche perché in questo periodo ha maturato un’esperienza da dirigente. Il futuro di Ancelotti è lontano da Milano, per il suo successore si fanno avanti i nomi di scuola Milan (Tassotti e Van Basten). Fonti vicine al premier fanno trapelare anche un interesse del Milan per i giovani tecnici emergenti (Gasperini e Allegri) che hanno dimostrato di dare un’impronta alle loro squadre. Del resto il Milan di Berlusconi iniziò il suo ciclo vincente con Arrigo Sacchi, che al tempo non aveva accumulato esperienza internazionale. Potrebbe essere un’idea proprio quella di fare una rifondazione completa dell’orchestra rossonera: le basi per ripartire ci sono, devono cambiare alcuni interpreti, ma soprattutto il maestro del coro.
Luciano Zanardini