Il Cda della Juventus ha chiesto ufficialmente la revoca dello scudetto del 2006, assegnato a tavolino all’Inter. Nella riunione è stato discusso il documento che verrà inviato ai presidenti di Coni e Figc, alla Procura Federale e al Procuratore Federale Capo in cui vi è la richiesta di togliere il tricolore ai nerazzurri, dopo che la giustizia sportiva lo aveva appunto assegnato alla società del patron Massimo Moratti. «Nel comunicato del 26 luglio 2006, nel quale il Commissario Straordinario della Federcalcio motivava la decisione di assegnare lo scudetto 2005-2006 –si legge sul sito ufficiale della società bianconera- si leggeva che ‘gli organi federali possono intervenire con un apposito provvedimento di non assegnazione quando ricorrono motivi di ragionevolezza e di etica sportiva, ad esempio quando ci si renda conto che le irregolarità sono state di numero e portata tale da falsare l’intero campionato ovvero che anche squadre non sanzionate hanno tenuto comportamenti poco limpidì. Come noto, le ragioni che portarono alla condanna in sede sportiva della Juventus riguardavano principalmente i rapporti tra gli allora dirigenti della società ed esponenti della classe arbitrale oltre che della Federazione».
Il cda entra nel merito della questione. «Nell’esposto presentato oggi si fa esplicito riferimento alle novità emerse nel procedimento penale in corso presso il Tribunale di Napoli, che rivelano l’esistenza di una fitta rete di contattì tra esponenti della società beneficiata dell’assegnazione a tavolino dello scudetto 2005-2006 e tesserati del settore arbitrale. Tali contatti rappresentano -continua la nota della società bianconera-, secondo i criteri adottati dalla Procura Federale nel giudizio a carico della Juventus, la violazione dei principi di lealtà, probità e correttezza sanciti dall’articolo 1 del Codice di Giustizia Sportiva. È convinzione della Juventus, pertanto, che venga meno il presupposto della decisione assunta dal Commissario Straordinario della Federcalcio nel 2006: l’inesistenza, cioè, di comportamenti poco limpidì addebitabili alla squadra che risultò prima classificata dopo la penalizzazione delle altre».