Svezia-Inghilterra chiude il primo tempo sul punteggio di 0-1. È una partita contratta per tutta la prima fase, entrambe le formazioni non si offendono e pensano più a non sbilanciarsi; il gioco prodotto sono verticalizzazioni poco precise alternate da macchinoso possesso palla. Col passare dei minuti tuttativa appare chiaro quale delle deu nazionali ha le idee più chiare e grazie alla sua organizzazione in fase di impostazione e alla solida difesa la nazionale di Hogdson conquista sempre più campo con Gerrard e Parker abili a smistare il gioco sugli esterni. Gli scandinavi si oppongono attendendo i numerosi cross che provengono da Milner e Young ma i Tre Leoni danno l’impressione di poter sbloccare la partita. La prima occasione degli inglesi porta la firma di Parker, tra i milgiori, che da 25 metri calcia potente e preciso obbligando Isaksson alla parata plasica. Poi è la volta di Welbeck abile a trovare il tempo giusto e spizzare la palla di Milner non intercettata dal più possente Mellberg: la sfera termina di poco a lato spaventando un Isaksson poco pronto in tale occasione. La rete del vantaggio arriva comunque al 23′ quando un magistrale lancio di Gerrad da 35 metri trova il testone del compagno di squadra Carrol bravo a sventare il fuorigioco e insaccare di prepotenza. La Svezia subisce ma non demorde; il gioco nella seconda parte del tempo diventa un po’ più ficcante sebbene la retroguardia capeggiata da capitan Terry regga sempre ottimamente allo scontro. L’uomo che manca è ovviamente Ibra, la stella di una nazionale altrimenti composta da soli modesti giocatori; la posizione del 10 non convince più di tanto. Tolto dal cuore dell’attacco, per permettergli di giostrare a suo piacimento le azioni dei compagni, viene troppo spesso braccato dagli avversari così che non riesce a trovare lo scambio col il partner di attacco Elmander, fin ora mai pervenuto. La Svezia non è morta, se Ibra ci mette quello che tutti si apsettano la partita sarà ancora più interessante.
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