Come sempre, nel giorno dell’inaugurazione delle Olimpiadi, il presidente del Cio (Comitato Internazionale Olimpico) tiene una conferenza stampa. Dunque, ecco le parole del belga Jacques Rogge nel giorno in cui avrà inizio l’edizione numero 30 dei Giochi Olimpici estivi, Londra 2012. Tra i temi più dibattuti il doping, la sicurezza, il ricordo della strage di Monaco 1972, ma anche il traffico che tormenta Londra (come era francamente prevedibile) e naturalmente lo sport “vero”, in cui si conquista uno spazio importante anche l’Italia. Quella del presidente del Cio è una conferenza pacata e formale, ma davvero lunga – oltre 40 minuti.
Subito arriva la domanda di un reporter israeliano, che chiede a Rogge come mai il Cio non ha ritenuto di dover commemorare i caduti della strage di Monaco 1972 (quando un commando palestinese di Settembre Nero fece irruzione nella palazzina israeliana nel Villaggio). Il presidente ricorda con grande puntualità e precisione – la domanda era d’altronde prevedibile – tutte le celebrazioni che in questi anni il comitato olimpico internazionale ha fatto per ricordare quell’eccidio, fin dal giorno dopo quel drammatico 5 settembre “con una messa nello stadio, e poi lungo tutti gli anni del mio mandato”. Altro tema che inevitabilmente turba ogni vigilia olimpica è il doping. Rogge è molto chiaro anche su questo argomento: “La strada è ancora lunga, ma i segnali che abbiamo sono quelli che la battaglia che combattiamo è giusta. Non bisogna abbassare la guardia e non lo faremo. I test del sangue? Sono molto importanti, ma non servono per tutte le discipline”. Oltre al doping, anche le scommesse sono un problema. Uno dei momenti più divertenti arriva quando qualcuno gli chiede se si può scommettere sul portabandiera australiano durante la cerimonia (ancora non reso noto). Rogge ride, ma poi si fa serio: “Noi combattiamo le combine nel match e vogliamo stroncare a tutti i costi le scommesse. Vogliamo, come pretende la carta olimpica, che gli atleti non scommettano sulle gare. Non ci sono norme che impediscono di scommettere sui portabandiera, ma….”. Poi finalmente arriva il bello. La domanda è classica, ma visto chi è l’intervistato anche molto importante: quali saranno le gare secondo lei più importanti di questa edizione? “La gara dei 100 piani, le regate di Ben Ainslie che ha la capacità e le qualità per arrivare alla quarta medaglia d’oro consecutiva nella vela, la finale di tennis, magari fra Federer e Murray e la schermitrice italiana, Valentina Vezzali, che a Londra va per la sua quarta medaglia d’oro individuale”.
Quattro eventi da ricordare, e tra la gara regina dei 100, il tennis che diventa centrale in virtù del fatto che si gioca a Wimbledon e un mito del Paese organizzatore (Ainslie) c’è spazio anche per l’Italia, che non poteva scegliere portabandiera migliore. Rogge comunque è molto tranquillo, pure quando si parla di traffico e sicurezza, le preoccupazioni più grandi per gli inglesi e in particolare gli abitanti di Londra: “Non sono preoccupato di nulla per questa Olimpiade, ma il nostro primo pensiero è quello della sicurezza. Il traffico? Sono stato giorni e giorni chiuso in albergo, ma i report che mi arrivano sono positivi. Pechino? Non si possono fare confronti, quello è il Paese più popoloso del mondo, questo quello dove sono nati molti degli sport moderni. Sarà una grande Olimpiade e lascerà alla Gran Bretagna e alla capitale una grande eredità”.